Rompendo una (discutibile) tradizione di segretezza sugli aiuti all’Ucraina, l’attuale governo italiano ha annunciato che nel nuovo pacchetto ci sarà anche una batteria Samp/T, rafforzando il contributo del nostro Paese alla difesa aerea ucraina. “Rafforzando”, perché una batteria di questo tipo è già in servizio con le forze di Kyjiv, ma in questo caso si tratta di un sistema con componenti italiane e francesi. I risultati ottenuti finora non sono stati molto pubblicizzati, ma le fonti ben informate parlano di ottime prestazioni. A dirla tutta, molti dei successi più spettacolari attribuiti ai Patriot andrebbero invece riconosciuti a questo sistema.
Il Samp/T, del resto, potrebbe essere ben definito il concorrente del Patriot, se non fosse che è decisamente superiore, al punto di poterne essere considerato, se non il successore, per lo meno un netto miglioramento. Entrambi sono sistemi missilistici da difesa aerea a medio raggio, ma ci sono una ventina d’anni di distanza tra i due: lo sviluppo iniziale del Patriot è avvenuto a partire dalla metà degli anni Settanta, mentre l’arma franco-italiana è nata negli anni Novanta, inizialmente in ambito navale, con la designazione Aster.
Questa differenza di età si riflette soprattutto nelle due parti principali del sistema: il radar e il missile. La soluzione americana, infatti, si basa sul radar An-Mpq 53 (nelle prime versioni, sostituito dall’An-Mpq 65 in quelle più recenti, ma la configurazione resta simile) a scansione elettronica passiva: vale a dire, il segnale è emesso da un’unica fonte e modulato dai più di cinquemila elementi, che permettono di indirizzare l’emissione in una direzione molto precisa, ma solo una alla volta. Ciò significa che il radar può scoprire e seguire diversi bersagli, saltando in brevissimo tempo dall’uno all’altro, ma non può farlo contemporaneamente. I sistemi a scansione attiva, come appunto il francese Arabel, l’Empar italiano o il britannico Samson, usati insieme all’Aster navale, hanno invece un emettitore separato per ogni cella dell’antenna, il che permette di seguire indipendentemente diversi bersagli. All’atto pratico, ciò ha due conseguenze: innalza il livello di saturazione, ossia il numero di aerei o missili che possono essere intercettati contemporaneamente prima che possano superare le difese, e permette una gestione più efficiente di bersagli particolarmente difficili, come missili balistici, aerei stealth o forti contromisure elettroniche.
Per quanto riguarda il missile, il Patriot usa, fino alla versione Pac-3, una guida semiattiva. Vale a dire che il radar di terra “illumina” il bersaglio e il missile vi si dirige, guidato dalla radiazione riflessa. L’Aster-Samp/T, invece, nasce con la guida attiva, il che significa che è in grado di individuare e inseguire il bersaglio in totale autonomia. Questo vuol dire, innanzitutto, che il sistema franco-italiano è meno vulnerabile, visto che il radar ha una funzione di scoperta ma non di direzione del tiro: in pratica, il radar vede il bersaglio, lo segnala al lanciatore che fa partire il missile, il quale si dirige verso le coordinate ricevute e aggiornate in volo, poi, una volta arrivato nei pressi dell’oggetto da abbattere, agisce da solo e il radar di guida può anche essere spento (o, caso più tipico, può continuamente cambiare frequenza e forma del fascio di emissioni, il che lo rende meno facilmente tracciabile). Inoltre, anche questo aspetto contribuisce a innalzare la soglia di saturazione. Infine, dato che il missile è autonomo, nel caso di sistemi di difesa aerea in network, come quello ucraino, può anche essere accompagnato da una “staffetta” di radar, intercettando anche bersagli che non si aspettavano proprio di essere sotto tiro. Insomma, la situazione tipica dei due aerei-radar A-50 abbattuti, anche se ufficialmente sono stati i Patriot.
Una batteria Samp/T è composta da diversi veicoli: uno di controllo per la gestione tattica, uno di comando che pianifica le missioni, il radar, il gruppo elettrogeno, uno o più veicoli per la ricarica dei lanciatori e fino a sei lanciatori veri e propri, per un totale di quarantotto missili pronti all’uso, poi la ricarica avviene nel giro di qualche decina di minuti. Il loro arrivo in Ucraina, insieme alla nuova batteria Patriot tedesca e a molti altri sistemi di difesa aerea consegnati nelle ultime settimane o di prossima consegna, potrà segnare un deciso miglioramento della situazione. Questa volta, l’Italia ha mostrato di essere all’altezza delle promesse.