Ma il governo dov’è? La presidente del Consiglio, sparita dai radar dopo i giorni felici della masseria, dovrebbe palesarsi oggi, sempre che le sia comodo. E non è qualunquismo, il fatto è che la persona che guida il G7 almeno il 26 agosto (ieri) dovrebbe essere al suo posto, e invece da lei è arrivato giusto un sentito comunicato per la morte del grande allenatore Sven Goran Eriksson, mentre infuriano pesantissimi attacchi russi sull’Ucraina con la capitale Kyjiv nel mirino, cosette così. Ma nemmeno un fiato. Surreale anche il silenzio del Partito democratico: evidentemente hanno parecchio da fare in Liguria dove troppa gente non vuole Andrea Orlando – e la cosa sta diventando un incubo.
Kyjiv chiede rinforzi? Può attendere. Intanto la Nato si allerta, l’aviazione polacca pure, ci sono nuovi morti e feriti, una grande diga vicino la capitale è a rischio, però nella testa di Giorgia Meloni ci deve essere altro. Le notizie sui finanziamenti della Fondazione An a Acca Larentia, a Forza Nuova di Roberto Fiore e a un’associazione che denunciò Giuseppe Conte e Roberto Speranza durante la pandemia di Covid; forse le peripezie sentimentali dei parenti stretti (di cui non importa niente a nessuno, tranne che ai mitomani di Twitter o come si chiama); e poi il grande classico del “vertice tutto politico”, come viene definito negli ambienti della maggioranza, che si terrà il 30, il primo faccia a faccia con Antonio Tajani, peraltro già in ritirata sullo ius scholae che egli aveva messo sul tavolo a Ferragosto insieme al pollo coi peperoni. E con Matteo Salvini, lo sfasciacarrozze per eccellenza, che accamperà pretese sulla Rai, e peraltro con qualche ragione visto che i meloniani considerano Saxa Rubra cosa loro: è tutto uno schifo, s’intende, e l’azienda va male, ma chi se ne importa, dateci qualche posticino.
Insomma, beghe, chiacchiere, e un film visto mille volte: io do una cosa a te e tu dai una cosa me, salvo che poi alla fine i conti non quadrano mai e serviranno altri “vertici politici”.
L’impressione è di una certa svogliatezza a riprendere il lavoro come i ginnasiali dopo due mesi di mare: peccato che si tratti del governo del Paese. Hanno sprecato le settimane estive a buttarsi in piscina, questi ministri venuti dal nulla, e invece avrebbero potuto farsi venire qualche idea, che so, sul Pnrr o la prossima legge di bilancio, sulla sanità o la scuola o la giustizia, altro tema sul quale combinano casini a ripetizione. Invece si sono industriati a gridare al complotto contro Arianna Meloni, brutta estate la sua, e si ritrovano a settembre senza aver fatto i compiti dell’estate, impreparati a tutto e straparlando di nulla. Ci sarebbe tanto spazio per le opposizioni, l’estate sta finendo anche per loro e dovranno tornare al lavoro. Almeno si spera.