Quel poco di giornalismo italiano che si occupa di agricoltura – su spinta dei casi di cronaca – ci ha aiutato un po’ a capire come è fatto il livello più basso e degradante del lavoro nei campi, quello rappresentato dal caporalato e dallo sfruttamento umano che serve per farci comprare il passato di pomodoro in sconto, che usiamo per fare il ragù vegano perché siamo etici e gli animali non li sfruttiamo.
In altre parti del mondo la condizione degli agricoltori è ancora più drammatica e strutturale, al punto da avere effetti devastanti anche sulla salute delle famiglie degli stessi agricoltori che tutti i giorni lavorano la terra. E la cosa ci riguarda quanto la storia dei pomodori e il caporalato cento per cento Made in Italy, perché il risultato di quel degrado arriva sulle nostre tavole, magari sottoforma di soia che compone il burger vegetale su cui il marketing non ha dubbi nel comunicarci che si tratta di un prodotto green e sostenibile.
Comprendere più a fondo questi temi, capire dove inizia a generare problemi il cibo che mangiamo, significa prima di tutto interessarsene e, per farlo, spesso serve qualcosa di più incisivo di un articolo di giornale, serve vedere i fatti.
Pablo Ernesto Piovano, fotografo e documentarista di Buenos Aires lo ha fatto con un progetto proprio dedicato ai danni derivati dall’uso dei pesticidi – come il glifosato – nelle comunità agricole in Argentina, dove l’utilizzo di queste sostanze è ampiamento consentito nonostante i comprovati effetti dannosi per la salute umana.
The Human Cost è il nome del progetto fotografico prodotto in tre anni e quindici mila chilometri percorsi tra Nord, Centro e coste dell’Argentina dal fotografo, per documentare la devastazione creata dall’uso degli agrofarmaci, mettendo a fuoco gli effetti disastrosi sulla vita delle persone colpite. Lo scopo delle foto, tanto forti quanto intime e rispettose, è un grido di allarme verso le istituzioni affinché attuino politiche di difesa e contrasto all’uso degli agrofarmaci. A giudicare dalle politiche carenti degli ultimi anni, specie dopo la morte dell’attivista-simbolo della lotta all’agrochimica argentina, Fabian Tomasi, forse quello che rimane oggi al progetto fotografico è la sensibilizzazione del pubblico internazionale.
E così sia! The Human Cost è una delle quindici mostre allestite in occasione della terza edizione di Yeast Photo Festival, che si svolgerà nella provincia di Lecce dal 19 settembre al 3 novembre 2024 e che per quest’anno ha scelto il tema From Planet to Plate.
Per la terza edizione del Festival – afferma Edda Fahrenhorst, Direttrice artistica – «ci concentriamo più che mai sulla questione che riguarda l’impatto delle abitudini alimentari individuali sul nostro pianeta, e non solo, anche su come il consumo di cibo degli esseri umani abbia un effetto in ambito sociale e, non ultimo, sulla crescente catastrofe climatica. In quindici lavori provenienti da molti Paesi del mondo saranno presentati diversi aspetti della questione per stimolare la riflessione e la discussione». Sotto l’obiettivo del Festival ci sono i sistemi di produzione alimentare, le filiere, i consumi e le abitudini che stanno alterando il rapporto tra uomo-cibo-ambiente.
Lo sfruttamento delle risorse idriche per la coltivazione intensiva dell’avocado, la produzione di carne e il suo impatto, la crisi climatica sui vigneti di una regione della Francia sono gli argomenti che si presenteranno agli occhi dei visitatori del Festival in uno degli spazi allestiti nel territorio salentino, terra dove è nato questo progetto che, sempre di più, è accolto da amministrazioni pubbliche e aziende private che hanno intuito il valore dell’iniziativa.
La mostra sarà diffusa in nove luoghi tra il comune e la provincia di Lecce:
A Matino (LE), la parte più cospicua delle installazioni divise tra: Palazzo Marchesale Del Tufo (dove si trova anche The Human Cost), Macelleria Ex Nau, Ex Oleificio Barone, Outdoor Exhibition, Masseria Le Stanzíe. A Lecce, presso il Chiostro dell’Antico Seminario e a Palazzo Scarciglia. E poi A Racale (LE), nella Chiesa di Santa Maria La Nova e al Kora Centro del Contemporaneo di Castrignano de’ Greci
È un’occasione importante di riflessione su temi che sono estremamente attuali per il Sud e l’Italia intera. Diffondere la conoscenza di questa mostra, significa fare in modo che più persone, le stesse che frequentano mercati e supermercati, prendano contatto con i fatti del cibo e si sensibilizzino su consumi più consapevoli.
Tutte le info per l’accesso alle mostre (in parte gratuita) e gli approfondimenti sulle esposizioni, sul sito Yeast Photo Festival.