Una crisi di governo in Germania non può che scioccare la politica e l’economia europea, data la proverbiale stabilità del paese. Eppure da ieri sera l’esecutivo tedesco è in preda all’incertezza dopo il sorprendente licenziamento del ministro delle Finanze, Christian Lindner, da parte del cancelliere Olaf Scholz.
Tutto è successo durante un incontro tra i principali esponenti del governo e nel pieno del dibattito mondiale sulla vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Lindner è stato espulso dalla coalizione a tre, dopo mesi di conflitti interni che hanno contribuito a un pesante calo della popolarità dell’amministrazione. La tensione tra partito socialdemocratico, verdi e i liberali della Fdp, di cui Lindner è il leader, è arrivata a un punto critico, senza possibilità di ricucire i rapporti con il ministro.
I media avevano ipotizzato che la recente vittoria di Trump potesse spingere i leader politici di Berlino a un ricompattamento, a un’unità in cui i tedeschi sono maestri. Tuttavia hanno vinto discordia e visioni diverse del futuro. Poche ore dopo il licenziamento di Lindner, l’Fdp ha quindi deciso di ritirare i propri ministri dal governo, segnando così la fine di una coalizione già in diffcoltà.
Rivolgendosi alla nazione, Scholz ha annunciato che chiederà un voto di fiducia a gennaio, un passo che potrebbe portare a elezioni anticipate già nel mese di marzo del 2025. Il cancelliere ha rivelato i motivi della rottura, tra i quali emerge la proposta a Lindner di un piano per ridurre i costi energetici, aumentare gli investimenti e mantenere il sostegno all’Ucraina, di fronte alla quale Lindner ha opposto un secco rifiuto.
«La situazione è seria», ha dichiarato Scholz, sottolineando le sfide rappresentate dalla guerra in Europa e dalle crescenti tensioni in Medio Oriente, mentre l’economia tedesca mostra segni di stagnazione. Ha aggiunto che è fondamentale investire maggiormente nella difesa e nella Bundeswehr, l’istituzione che aggrega le forze armate della Repubblica Federale. Un’esigenza che, secondo il Cancelliere è diventata urgente in seguito ai risultati del voto americano.
Scholz ha espresso la sua frustrazione nei confronti di Lindner, accusandolo di egoismo e di rigido rifiuto di fare compromessi necessari, utilizzando «logiche politiche tipiche dei partiti». Gli ha poi rimproverato una certa ristrettezza mentale in un periodo di così crescente insicurezza.
Il Cancelliere ha poi chiesto scusa al popolo tedesco: «Avrei voluto risparmiarvi questa difficile decisione, soprattutto in tempi incerti come questi».
Christian Lindner, 45 anni, leader dei liberali, aveva recentemente presentato un controverso ultimatum di 18 pagine al governo chiedendo di rivedere radicalmente i piani di bilancio per l’anno prossimo. Aveva inoltre ripetutamente avvertito che l’autunno sarebbe stato un periodo critico per le decisioni economiche. Il suo licenziamento potrebbe accelerare il calendario politico, portando a elezioni anticipate già a marzo, sei mesi prima del previsto. Per questo Scholz ha dichiarato l’intenzione di sottoporsi al voto di fiducia al Bundestag a metà gennaio, suggerendo che se l’esito lo richiederà, le elezioni potrebbero tenersi entro un paio di mesi.
Lindner si è mostrato visibilmente contrariato e ha accusato il cancelliere di non aver compreso la necessità di un «nuovo risveglio economico» per la Germania, ma anche di aver sottovalutato le preoccupazioni economiche dei cittadini. Nonostante il suo partito, l’Fdp, sia attualmente al 4% nei sondaggi, al di sotto della soglia necessaria per entrare in Parlamento, Lindner ha chiarito che comunque intende fare campagna elettorale per giocare un ruolo importante nel futuro governo: «Siamo pronti ad assumerci la responsabilità del paese e lotteremo per farlo in un altro governo».
L’Fdp è stato un partner di governo storico nell’alleanza conservatrice CDU/CSU, che attualmente gode di un maggiore successo nei sondaggi, rispetto agli altri partiti della coalizione. Nel frattempo, il ministro dell’Economia, Robert Habeck dei Verdi, ha cercato di spiegare perché nella rimozione di Lindner c’è anche un lato positivo, esortando i cittadini preoccupati dalle dinamiche geopolitiche a considerare questo momento come l’inizio di un nuovo impulso verso la crescita.
Clemens Fuest, economista di spicco dell’Ifo Institut, ha invece accolto con cautela la notizia, sottolineando che la Germania è in una situazione economicamente difficile, e ha «senza dubbio bisogno di un nuovo governo in grado di agire il prima possibile».
Le conseguenze politiche potrebbero però portare la Germania dentro un periodo prolungato di incertezza, proprio mentre i leader europei sono impegnati ad affrontare le sfide globali, come una possibile guerra commerciale con gli Stati Uniti
La Germania è il secondo sostenitore dell’Ucraina dopo gli Stati Uniti, ma i tedeschi temono di dover sostenere una quota maggiore dello sforzo bellico se Trump dovesse ridurre il sostegno a Zelensky. Un sondaggio condotto da Forsa e pubblicato mercoledì ha rivelato che l’82% dei cittadini non ha fiducia che il governo possa risolvere la crisi economica prima delle elezioni federali, previste per il prossimo settembre.