In un mondo sempre più in crisi, e con il cambiamento climatico sempre più visibile, è difficile mettere la testa sotto la sabbia: alcune pratiche quotidiane devono cambiare nella sostanza, per fare in modo che il nostro impatto sull’ambiente sia sempre più basso. Ecco che cosa possiamo fare tutti, nel concreto. Non cambieremo il mondo, ma sicuramente faremo almeno la nostra piccola parte.
Usare la lavastoviglie
No: non è come pensate. Lavare a mano i piatti è un’attività anti-ecologica, che spreca più acqua ed energia di quanta ne usa l’amata lavastoviglie. Quelle di nuova generazione consumano poca acqua, circa 10 litri per dodici coperti, e circa 1 kWh per ciclo in modalità eco. Ne serve più del doppio solo per scaldare l’acqua. Quindi, a meno che laviate i piatti a mano con acqua fredda, meglio la lavastoviglie, naturalmente evitando di prelavare i piatti: una pratica inutile e assolutamente antiecologica. Sul fronte CO2 i consumi sono alti, è vero: 270 kg in media. Per ammortizzare questa impronta carbonica bisogna farla funzionare quando è piena e non cambiarla spesso.
Bere il caffé
E anche qui, sfatiamo qualche falso mito. La prima causa di emissioni di CO2 non è il trasporto ma la produzione: facciamo attenzione dunque alla provenienza, scegliendo quello che viene prodotto senza pesticidi e non da aree deforestate. Le capsule sono sempre e comunque il male? Pare di no, si dice che abbiano una produzione energivora, producano molti rifiuti e una quantità significativa di CO2. Ma bilanciano perché ci permettono di usare solo la quantità necessaria di caffè e la giusta quantità di energia. Quindi: privilegiare l’acquisto del caffè in sacchetti e in grani è sempre la scelta migliore sul fronte green, verificando la provenienza e la produzione, ma a condizione di evitare tutti gli sprechi. Vale anche per tutte le altre colture, ovviamente.
Fare la raccolta differenziata
Ebbene sì: se ben fatta, la raccolta differenziata fa davvero la differenza sulla nostra impronta ecologica. Separando carta, plastica, vetro e frazione umida possiamo diminuire in maniera molto significativa i nostri rifiuti. È solo una questione di volontà e organizzazione. E per chi ha voglia di fare qualche esperimento, l’umido può diventare compost con il Bokashi: lo starter kit di questo innovativo sistema per il compost domestico è composto da crusca di grano impregnata di microrganismi effettivi (o EM®), “batteri buoni” che permetteranno di avviare la fermentazione degli scarti di cucina in modo igienico, all’interno del secchio e limitando gli odori. La loro azione trasformerà, in condizioni anaerobiche, i vostri rifiuti alimentari in una sorta di pre-compost che potrete usare come fertilizzante. Più o meno la stessa cosa fa il “vermicompost” disponibile anche in piccole dimensioni, da balcone: i vermi si occupano di bucce, bustine di tè e altri rifiuti biologici e trasformano i rifiuti in un vermicompost simile alla torba. E per chi ama il fai-da-te, c’è la compostiera girevole, per mescolare più facilmente il contenuto e favorire la decomposizione.
Privilegiare l’assenza di imballaggi
Idealmente bello, praticamente molto complesso. Ma cercare di eliminare o alleggerire la nostra spesa dagli imballaggi è una attività che alla lunga diminuisce molto la nostra impronta carbonica. Se il nostro stile di vita non lo consente (ma siamo certi che non sia solo pigrizia mentale?) meglio scegliere imballaggi non di plastica, e riciclare correttamente i contenitori con cui trasportiamo le cose.
Scegliere con cura i detersivi e detergenti
Se usiamo prodotti sbagliati, l’aria di casa sarà più inquinata di quella esterna. Al bando tutti i detergenti che contengono composti organici volatili. Controllate sempre molto bene le etichette perché spesso le diciture generiche sulle confezioni “100% naturale” o “a base di prodotti naturali” possono essere specchietti per le allodole.
Vi sentite più a posto con la coscienza? Bene. Ricordatevi comunque che prendere un aereo in meno ogni anno ridurrebbe comunque la vostra impronta carbonica molto di più.