Viaggio solitarioIl silenzio della Patagonia nelle tavole di Lorenzo Mattotti

Immagini e sensazioni di una regione incontaminata in 24 disegni in bianco e nero raccolti in un libri edito da Lazy Dog Press. L’autore ci porta con sé in un luogo meraviglioso dove la natura è padrona e l’uomo la insegue per questo

Lorenzo Mattotti, Patagonia, Lazy Dog Press, 116 pagine, 35 euro.

C’è un libro molto bello da regalare a Natale, sperando sia finalmente tornata la voglia di onorare la festa perché noi italiani abbiamo famiglie numerose. Oppure a gennaio quando l’inverno è davvero freddo e allora è il momento giusto per sognare un viaggio dall’altro capo del mondo, dove invece arriva l’estate.

In effetti esistono viaggi più letterari e immaginari di altri, viaggi che hai sempre desiderato, che continui a mettere in programma e poi per un motivo o per l’altro (famiglia, soldi, lavoro e ora ci si mettono pure le restrizioni) rimandi e intanto il tempo passa ed è quasi certo che non si farà. Nell’immaginario di molti la Patagonia è uno di quei luoghi da visitare intanto per la distanza pressoché incalcolabile in termini chilometrici, poi perché laggiù sembrerebbe trovarsi vicino al nulla e, infine, andiamo a rovesciare un concetto pigro: là è il Sud del mondo eppure non si discosta affatto dal Nord e allora può darsi che i due emisferi in qualche modo combacino rimettendo in discussione tutto.

Questo libro, pubblicato da Lazy Dog Press, 35 euro ben spesi, è l’ultima opera di Lorenzo Mattotti, il più conosciuto e stimato dei nostri illustratori anche se davvero mi viene difficile stabilire il confine tra l’illustrazione appunto (per non chiamarla fumetto) e quella più nobile e accademica del disegno e della pittura. Non credo Mattotti abbia mai concepito un lavoro così scarno, senza il supporto di alcun elemento aggiuntivo, che sia parola o narrazione. Siamo piuttosto nei pressi del quaderno di viaggio, una ricostruzione a distanza della memoria. «Cerco di derivare, di estrarre la mia Patagonia dalla Patagonia che ho attraversato».

La letteratura, più che l’arte, gli viene in soccorso. Bruce Chatwin, Luis Sepulveda, Francisco Coloane sono alcuni dei riferimenti immediati, eppure Mattotti non ha voluto compilare un suo libro di viaggio, non ha raccolto testimonianze né ha ripreso fotografie. Restano, al contrario, meravigliose pagine disegnate al tratto, silenziose e quasi astratte, che ripetono gli stessi elementi in maniera ossessiva, in un luogo dove la natura riesce a farla da padrona e l’uomo la insegue per questo. Il regalo perfetto per ricordarci che cos’è il silenzio e, possibilmente, rimuoverlo da noi come un viaggio solitario (che non faremo) e riflettere, pensare, andar lontano anche se, per il momento, con la mano di altri.

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