Patto verdeL’importanza della dichiarazione di Kunming sulla biodiversità

Alla Cop 15 Cdb conclusa venerdì 15 ottobre nella città cinese, hanno partecipato più di 3mila delegati di oltre 100 paesi. L’evento ha raccolto le dichiarazioni sui nuovi investimenti attesi dalle superpotenze mondiali, concordando gli obiettivi globali per il prossimo decennio

LaPresse

Una nuova dichiarazione internazionale per tutelare la biodiversità è stata adottata a Kunming, nel sud-ovest della Cina, durante la 15esima Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (Cop15 Cdb). È la Kunming Declaration e suona “Ecological Civilization: Building a Shared Future for All Life on Earth”.

Conclusa venerdì 15 ottobre, la prima parte dell’incontro ha visto circa 3mila delegati di oltre 100 paesi impegnati in una cinque giorni di confronti per dar vita a «un quadro sulla biodiversità globale post-2020», concordando nuovi obiettivi per il prossimo decennio.

«Fin dalla sua adozione come primo accordo globale sulla conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, la Conference on Biological Diversity ha svolto un ruolo importante nella promozione globale della conservazione e dell’uso sostenibile della biodiversità – ha spiegato il ministro dell’Ecologia e dell’Ambiente della Cina e presidente della Cop15 Cdb, Huang Runqiu -, tuttavia, stiamo ancora affrontando una triste situazione di estinzione globale di specie senza precedenti. La perdita di biodiversità e il degrado dell’ecosistema pongono grandi rischi per la sopravvivenza umana e lo sviluppo sostenibile. Come parte della Cop15, l’High-Level Segment ha segnalato una rinnovata volontà politica di aumentare l’ambizione, migliorare la collaborazione e massimizzare le opportunità di sinergie tra altri accordi multilaterali. La Convention on Biological Diversity deve rafforzare la governance globale della biodiversità. La Cina continuerà a svolgere un ruolo di primo piano basandosi sulla visione della civiltà ecologica per un futuro condiviso per tutta la vita sulla Terra».

Con l’adozione della dichiarazione di Kunming, le parti della Cdb si impegnano a «mettere la biodiversità su un percorso di recupero al più tardi entro il 2030 e verso la piena realizzazione della Visione 2050 di “Vivere in armonia con la natura”». Il post-2020 global biodiversity framework dovrebbe includere anche: «la fornitura dei necessari mezzi di attuazione, in linea con la Cbd e i suoi due protocolli (protocolli di Cartagena e di Nagoya), nonché meccanismi appropriati per il monitoraggio, la rendicontazione e la revisione».

Le origini della Convenzione sulla diversità biologica
La Convenzione sulla diversità biologica, firmata al Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992, entrata in vigore nel dicembre 1993 e ratificata dall’Italia nel 1994, è un trattato internazionale per la conservazione della biodiversità, l’uso sostenibile delle sue componenti e l’equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche. Ad oggi è ratificato da 196 Paesi.

La Cbd ha la missione di affrontare tutte le minacce alla biodiversità e ai servizi ecosistemici, comprese quelle derivanti dai cambiamenti climatici, attraverso valutazioni scientifiche, lo sviluppo di strumenti, incentivi e processi, il trasferimento di tecnologie e buone pratiche e la piena e attiva partecipazione delle parti interessate, comprese le popolazioni indigene e le comunità locali, le Ong, e la comunità imprenditoriale.

Il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, ratificato da 173 stati, e il protocollo di Nagoya sull’accesso e la ripartizione dei benefici, ratificato da 132 stati, sono accordi supplementari alla Cbd. Il primo, entrato in vigore l’11 settembre 2003, mira a proteggere la biodiversità dai potenziali rischi posti dagli organismi viventi modificati derivanti dalle moderne biotecnologie mentre il secondo, entrato in vigore il 12 ottobre 2014, mira a condividere i benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche in modo equo, anche attraverso un adeguato trasferimento di tecnologie pertinenti.

Nuove promesse, nuovi investimenti
Cina, Europa e Giappone sono stati i paesi che a Kunming hanno annunciato impegno e investimenti maggiori per contrastare la rapida perdita di specie.

Oltre ai 233 milioni di dollari assicurati dal presidente cinese Xi Jinping come parte di un nuovo fondo per la biodiversità di Kunming, Francia e Gran Bretagna hanno promesso di destinare una parte più cospicua dei loro budget per il clima alla protezione della biodiversità (il presidente Emmanuel Macron ha parlato di un 30%). Parallelamente, il Giappone ha annunciato un’estensione di 17 milioni di dollari al proprio fondo per la biodiversità.

Il parere del Wwf
Il mondo ambientalista ha trovato convincenti le diverse misure contenute nella Dichiarazione di Kunming. Il Wwf, in particolare, ha manifestato apprezzamento sia per quelle sulla conservazione della natura, che per quelle relative a come affrontare la produzione e il consumo non sostenibili delle risorse naturali.

«Entrambi questi aspetti sono essenziali per garantire un mondo nature-positive in questo decennio – si legge in una nota dell’associazione -. Il coinvolgimento di ministri di Finanza, Agricoltura, Sviluppo Economico e Ambiente ha dimostrato che i governi iniziano a riconoscere la necessità di adottare un approccio trasversale per la biodiversità. C’è tuttavia ancora molta strada da percorrere per l’implementazione di un vero approccio whole-of-government (cioè di coinvolgimento complessivo e collegiale dei governi) da parte di tutti i paesi membri della Convenzione sulla Biodiversità».

Per il Wwf è incoraggiante che la Dichiarazione di Kunming riconosca come l’obiettivo del Quadro Globale sulla Biodiversità (Global Biodiversity Framework) post-2020 debba essere quello di invertire la curva della perdita di biodiversità entro il 2030. Secondo l’Ong ambientalista, la scelta dei paesi partecipanti a questa prima sessione della Cop – la seconda sessione si terrà dal 25 aprile all’8 maggio 2022 – di assicurare e mantenere un impegno politico, al massimo livello, per invertire la perdita di biodiversità in questo decennio rappresenta un primo passo fondamentale per affrontare la crisi dei sistemi naturali.

Per Lin Li, Direttrice Global Policy e Advocacy al Wwf Internazionale, la Dichiarazione di Kunming è un manifesto della volontà politica e dello slancio necessario per affrontare la perdita di biodiversità, ma la sua efficacia dipenderà da come verrà attuato ed è per questo che il Wwf chiede di far seguire un “Piano d’Azione per la Natura” alla Dichiarazione di Kunming. «La perdita di biodiversità minaccia la salute umana e la sua sussistenza, e aumenta il rischio di nuove pandemie. Gli impegni dei paesi devono ancora essere tradotti in ambizione durante i negoziati: è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti».

Ulteriori negoziati su questo importante tema si terranno a gennaio a Ginevra, in attesa che i delegati tornino a Kunming, la prossima primavera, per definire gli ultimi dettagli dell’accordo post-2020 e «piegare la curva della perdita di biodiversità».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter