PIERA Al di fuori del lavoro in remoto, però, c’è un forte rischio di contagio in molte occupazioni che richiedono frequenti interazioni, spesso a distanza ravvicinata, con il pubblico o con i colleghi. Qui è fondamentale che i lavoratori siano vaccinati.
RICCARDO Continui a fare dichiarazioni apodittiche senza uno straccio di prova, senza un dato. E sí che dovevo essere io quello con opinioni forti e non fondate! Guarda che anche chi si è vaccinato può essere contagioso. Anche voi siete degli untori potenziali. E potete ammalarvi gravemente. Anzi di più di chi non si è vaccinato. Leggevo in questi giorni che in Israele su 500 ricoverati per Covid-19 e in gravi condizioni, più di 300 erano vaccinati…
PIERA D’accordo con il guardare ai dati. Ma bisogna anche saperli leggere. In Israele quasi l’80 per cento della popolazione era vaccinata quando sono usciti i dati di cui parli. Quindi non ha senso comparare il numero assoluto di malati tra i vaccinati e i non vaccinati come se la popolazione a rischio di essere contagiata fosse della stessa dimensione. Sarebbe come concludere che gli abitanti del Molise sono in gran parte immuni semplicemente perché ci sono molti meno ricoverati per Covid-19 in Molise che in Lombardia, che ha quasi trenta volte la popolazione del Molise. Inoltre, in Israele sono soprattutto le persone più anziane, quelle maggiormente a rischio di ammalarsi gravemente, che si sono vaccinate. Mentre la stragrande maggioranza dei non vaccinati (l’85 per cento) ha meno di vent’anni. Se rapportiamo i tuoi numeri alla dimensione della popolazione di riferimento e teniamo conto dell’età, ci rendiamo subito conto dell’efficacia del vaccino. Tra gli ultracinquantenni ci sono 171 malati gravi non vaccinati su poco più di 186.000 non vaccinati. Questo significa che ci sono più di 90 malati gravi per ogni 100.000 abitanti. Tra i vaccinati abbiamo 290 malati gravi ultracinquantenni su una popolazione di più di 2 milioni e 150.000 ultracinquantenni vaccinati, vale dire circa 13 malati gravi su 100.000 abitanti. In altre parole, il rischio di ammalarsi gravemente è (90 diviso 13) sette volte più alto per chi non è vaccinato che per chi è vaccinato. E numeri analoghi si ottengono se guardiamo al rischio di essere contagiati, di finire in terapia intensiva o di morire.
RICCARDO Israele è un Paese piccolo e le probabilità di cui mi parli sono comunque molto basse. Novanta su 100.000 mi sembra un numero piccolo.
PIERA Ho preso il caso di Israele perché ha i dati più completi. Il fatto che ci siano solo 500 malati gravi su una popolazione di 9 milioni è peraltro un’ulteriore dimostrazione dell’efficacia del vaccino. Israele è stato il Paese più rapido nel condurre la campagna di vaccinazione. Ma prendiamo pure il caso del Regno Unito o degli Stati Uniti. Secondo le stime del Public Health England, il servizio sanitario britannico, la campagna di vaccinazione di massa ha evitato quasi 100.000 morti nella sola Inghilterra. Ascoltavo qualche giorno fa un’intervista a Anthony Fauci, forse il più autorevole immunologo in circolazione. I dati sugli Stati Uniti sono alquanto eloquenti: il 99,2 per cento dei morti da Covid-19 negli Stati Uniti non erano vaccinati. Il suo commento: «È davvero triste e tragico che la maggior parte di queste morti fossero evitabili».
RICCARDO Parli di tanti Paesi diversi, ma non dell’Italia, il caso si presume a noi più vicino e che conosciamo meglio. Ho letto che nell’agosto 2021 più di 1000 ultraottantenni vaccinati sono finiti in ospedale, mentre solo 638 ultraottantenni non vaccinati sono finiti in ospedale.
PIERA Anche in questo caso bisogna saperli leggere i dati! Guarda che in agosto avevano già fatto il vaccino più di 4 milioni di ultraottantenni. Di questi, come ricordavi, poco più di 1000, lo 0,02 per cento, sono stati ospedalizzati. C’erano pure 290.000 ultraottantenni non vaccinati e, tra questi, come dicevi, 638, vale a dire lo 0,22 per cento, sfortunatamente sono finiti in ospedale. Ne deduco che il tasso di ospedalizzazione per Covid-19 è dieci volte maggiore tra i non vaccinati. Ovvero il vaccino protegge dieci volte di più contro il rischio di finire in ospedale per Covid-19. È stato stimato che solo nel mese di agosto 2021 il vaccino ci abbia evitato 30.000 ospedalizzazioni, 4.000 ricoverati in terapia intensiva e 7.000 morti.
RICCARDO Sarà, ma dato che stai cercando di darmi lezioni di statistica, mi permetto di dirti che la popolazione dei vaccinati non è strettamente comparabile a quella dei non vaccinati.
PIERA Hai ragione. Proprio per questo stiamo facendo comparazioni fra persone delle stesse classi di età. Certo, ci possono essere differenze importanti tra vaccinati e non vaccinati quando sono della stessa età. Le vaccinazioni hanno raggiunto prioritariamente le persone più fragili e queste sono più a rischio di finire in ospedale anche se protette.
RICCARDO Beh, le differenze possono anche riguardare i comportamenti. Può essere che le persone vaccinate si sentano più protette e prendano troppi rischi.
PIERA Anche questo tenderebbe a far aumentare la probabilità di ammalarsi per chi è vaccinato. Eppure, i dati ci dicono che tra i vaccinati la percentuale di ospedalizzati è un decimo di quella dei non vaccinati. Questo dimostra ancora di più la forza dei vaccini.
RICCARDO Mi hai detto della probabilità di contrarre il virus, ma non della probabilità di contagiare altri. Se quel senso di immunità che molti provano dopo essersi vaccinati ti porta a adottare meno precauzioni quando vedi parenti e amici, il vaccino ti può portare a contagiare persone che prima del vaccino non avresti contagiato. Non credi?
PIERA Acuta osservazione, ma ho visto uno studio condotto all’università di Oxford che mostra come i vaccinati che hanno contratto il virus siano meno contagiosi dei non vaccinati che hanno contratto la stessa variante del virus. C’è anche uno studio sulla diffusione del virus all’aeroporto di Singapore con tracciamento dei contatti: indica che i vaccinati che contraggono il virus e contagiano altre persone sono sintomatici, in altre parole hanno i sintomi, pur lievi, del coronavirus. Ma questo sicuramente è difficile da dire perché è difficile fare studi sui vaccinati asintomatici per ovvi motivi. Comunque, dietro alla rapida diffusione del virus ci sono quasi sempre gli infetti asintomatici. Sono loro quasi sempre i veri involontari “untori”.
RICCARDO E quanti contagiati ci sono tra i vaccinati?
PIERA Ci sono anche meno contagiati tra i vaccinati. Se prendi i dati finalmente resi pubblici dall’Istituto Superiore di Sanità, tra i non vaccinati più di 7 persone su 1000 vengono contagiate ogni mese contro invece uno su 1000 tra i vaccinati. In altre parole, il rischio di contagio è più dell’80 per cento più basso tra i vaccinati che tra i non vaccinati. Le differenze nel rischio di essere ospedalizzato o di finire in terapia intensiva tra vaccinati e non vaccinati sono ancora più forti.
da “Sì Vax. Dialogo tra un pragmatico e un non so”, di Tito Boeri e Antonio Spilimbergo, Einaudi editore, 2021, pagine 112, euro 12