Non fate i polli Volaille de Bresse, eccellenza francese da scoprire

Se un pollo sulla tavola delle feste può sembrare banale, quando è di primissima qualità e cucinato con cura e precisione diventa un piatto eccezionale. Qui tutto quello che serve sapere per un risultato perfetto

Cappone, tacchino, tacchinella, faraona: il pollame è protagonista sulle tavole di Natale in tutte le sue forme e in tutte le cotture, ma è soprattutto il pollo, versatile e universalmente amato, a rappresentare il piatto forte delle feste. Le sue carni tenere e delicate mettono d’accordo tutti, e si possono cucinare in decine di modi, bollite o arrosto, al forno o fritte, alla cacciatora o in galantina, e via via tra preparazioni di cucina classica e regionale, tra piatti dal sapore internazionale e specialità italianissime. La realizzazione deve essere impeccabile, e la materia prima la migliore. E tra i polli migliori sono universalmente riconosciuti i Volailles de Bresse AOP: Mieral è un’azienda che li alleva con rigore, passione e con una profonda conoscenza, per garantire la migliore qualità. «I volailles de Bresse AOP Mieral sono i polli migliori – non ha dubbi Benoit Gomot, Sales Manager France-Export dell’azienda – sono ben ingrassati, ben in carne e ben calibrati: non presentano lividi né macchie, non hanno cosce storte né ali spezzate, e neppure graffi». Per riconoscerli, basta osservarli: «i Volailles de Bresse AOP si distinguono facilmente per il piumaggio bianco, la cresta rossa, le zampe blu; e se non bastasse, a renderli riconoscibili sono l’anello dell’allevatore, il sigillo e l’etichetta». Senza dimenticare che Mieral è un marchio Longino, che da sempre seleziona le vere eccellenze gastronomiche, a ulteriore garanzia di qualità.

In cucina
I volailles de Bresse AOP si prestano alla realizzazione di numerosi piatti. Tra questi non vanno dimenticati i più semplici, come il classico pollo arrosto, ma anche specialità come il pollo con i gamberi d’acqua dolce o quello con panna e spugnole, oppure il volaille de Bresse demi-deuil, antica ricetta in cui il profumo dei tartufi si associa alla morbidezza della salsa supreme, o quello al vin jaune, il “vino giallo” tipico del Giura che con questi polli forma un’accoppiata perfetta, o ancora il volaille de Bresse en vessie, “in vescica”, ricetta del grande Paul Bocuse. Semplice o complessa, una volta scelta la ricetta da realizzare ci sono pochi consigli da seguire per non rovinare le deliziose carni di questi polli: «Non devono essere cotti a calore troppo intenso o troppo velocemente, ma andrebbero bagnati regolarmente con il loro liquido di cottura». In questo modo si ottiene un risultato perfetto e omogeneo.

Gli attrezzi del mestiere
Secondo Benoit Gomot nella cucina di un vero conoscitore del migliore pollame ci sono alcuni attrezzi che non devono mai mancare: un coltello ben affilato, un cucchiaio per versare la salsa , uno spiedo. A questi aggiungiamo un trinciapollo, una buona teglia da forno, un pennello in silicone per ungere il pollo  e un bellissimo piatto per presentarlo in tavola, come queste ceramiche di design di Enza Fasano.

Ovviamente in tavola non deve mancare il vino: da Mieral consigliano “un bon bourgogne rouge”: una proposta di sicuro effetto è il Pinot Nero firmato Marguerite Carillon che con le sue piccole note di frutti rossi come il ribes nero unite a tannini generosi e aromi speziati accompagnerà perfettamente il vostro pollo. E se si vuole diventare davvero conoscitori di questa materia, suggerisce Benoit Gomot, non dimenticate di leggere le ricette di Paul Bocuse: con un maestro così, non potrete sbagliare.

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