UN LAVORO I PROFUGHI UCRAINI
Nell’emergenza umanitaria legata all’offensiva russa in Ucraina, stiamo assistendo a qualcosa che non avevamo mai visto. Se per richiedenti asilo, rifugiati e migranti finora uno degli scogli maggiori è stata la ricerca di un lavoro, per i profughi ucraini che stanno fuggendo dal conflitto – oltre alla messa a disposizione di case e viveri – stanno arrivando da ogni parte offerte di assunzioni.
Il piano del Viminale Il governo italiano ha stilato un piano con una «rete di protezione» che prevede anche l’accesso a scuola per i ragazzi, la mediazione linguistica e culturale, e per gli adulti la possibilità di lavorare regolarmente, ha spiegato la ministra Luciana Lamorgese. Ed è stato addirittura il ministro leghista del Turismo Massimo Garavaglia ad auspicare l’introduzione di «deroghe urgenti al decreto flussi migratori» per consentire ai profughi ucraini di lavorare nel suo settore di competenza, dove le richieste sono già arrivate.
Le voci Sui gruppi social, dove si scambiano informazioni per l’accoglienza, tanti ucraini cercano già lavoro. «Sono un’insegnante e interprete di inglese da 12 anni. Pronta a fornire il mio cv e a trasferirmi», scrive Anastasia. «Sono interior designer, ma cerco qualsiasi opportunità lavorativa», dice Yuliya, che posta una foto con sua figlia Alice.
Le imprese E le offerte di lavoro, come dicevamo, non mancano. Confcommercio Udine si è fatta subito avanti anche nell’ottica di tamponare la carenza di personale nei ristoranti e nelle strutture turistiche. In Veneto, tra Padova e Treviso, 67 aziende hanno messo a disposizione 240 posti di lavoro come addetti al packaging, confezionamento e magazzino, lavorazione del legno, personale di sala, bar e ristorazione negli alberghi, autisti e anche informatici. Conflavoro ha creato la sezione “Conflavoro per l’Ucraina”, con una piattaforma per far convergere offerte di alloggio e di lavoro. E le disponibilità sono già numerose. E c’è chi, come Mariano Rigotto, presidente Confimi Apindustria Vicenza, ha chiesto di poter usare i voucher per «semplificare al massimo le pratiche per l’assunzione e gestire in modo flessibile il rapporto di lavoro, considerando che nessuno può sapere quando potranno rientrare in Ucraina».
Le agenzie Anche le Agenzie per il lavoro si sono attivate per fornire servizi finalizzati all’occupazione. «Ci attendiamo l’arrivo di donne e uomini che potranno essere impiegati nel settore ampio dei servizi, ma anche tanti che possiedono specializzazioni tecniche ed elevata formazione per le quali vi è carenza in questo momento in Italia», ha spiegato il presidente di Assolavoro Alessandro Ramazza.
Fuori Italia Lo stesso sta accadendo all’estero. In Canada il presidente del settore della componentistica dell’auto ha messo a disposizione «posti di lavoro immediati» per i rifugiati ucraini. In Portogallo, il ministero del Lavoro ha creato una piattaforma ad hoc, dove si sono già registrati oltre 11mila annunci per gli ucraini in arrivo. In Grecia, il ministro del Turismo parla di 50mila posizioni nel settore rimaste scoperte che potrebbero essere occupate dagli ucraini in arrivo. E magari – aggiungiamo noi – anche dagli altri profughi che continuano ad arrivare attraversando il mar Mediterraneo. Il che vale per anche per l’Italia e gli altri Paesi europei.
- Come ha spiegato Filippo Grandi, alto commissario Onu per i rifugiati, «spero solo che quando questo immane disastro sarà terminato, e non so dire quando, la lezione che l’Europa ha imparato sotto la pressione dell’Ucraina verrà applicata in futuro anche in altre crisi, grandi e piccole. Questo è il modello da seguire».
PIANO ANTI-CRISI
Il governo è al lavoro su un decreto per tagliare il costo del carburante e ridurre le bollette di luce e gas. Dopo il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha definito una «colossale truffa» l’aumento dei prezzi del carburante, spiegando che non ci sono motivazioni tecniche ma solo speculazione, anche l’economista Carlo Cottarelli parla di «troppe speculazioni sul gas» e chiede al governo di fermarle. La procura di Roma ha aperto un fascicolo sugli aumenti.
Coperta corta Sui prossimi interventi del governo resta però il nodo delle risorse, ma non si esclude uno scostamento di bilancio, come spiegato anche dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Che si spinge fino a ipotizzare pure i dazi per l’esportazione delle materie prime strategiche.
Le azioni possibili Il premier Mario Draghi, insieme al ministro Cingolani, ha presentato a Bruxelles un piano per stabilire un tetto massimo di 80 euro a megawattora per il prezzo del gas in tutta l’Ue. L’idea è che intervenire tutti insieme è meglio che farlo come singoli Paesi. Ma i tecnici di Bruxelles non hanno condiviso la proposta, sostenendo che in questo modo i Paesi fornitori potrebbero decurtare l’offerta di materia prima. Al momento, quindi, Palazzo Chigi ipotizza di far salire il limite a 100 euro a megawattora sull’importazione di gas nel primo mese, 90 nel secondo e 80 nel terzo. L’alternativa è anche una tassa sugli extra profitti delle società del settore, soldi che poi servirebbero per ridurre il costo delle bollette. E tra le ipotesi, c’è anche un taglio delle accise su benzina e gasolio per avere un risparmio immediato del 10%.
Diversificazione Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con l’ad dell’Eni Claudio Descalzi, è andato in missione in Congo e in Angola per stringere nuove partnership energetiche e ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Il governo ha sbloccato altri sei parchi eolici, ma l’Italia intanto spreca il 4% del metano. Mentre l’Eni ha sospeso i nuovi contratti per l’acquisto di petrolio in Russia.
- Come liberare l’Europa dal gas russo il più rapidamente possibile? Secondo il New York Times, servirebbe un patto energetico transatlantico.
A rilento Lo sciopero dell’autotrasporto contro il caro carburante proclamato per il 14 marzo è stato è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per il mancato preavviso, ma oltre 70mila tir hanno comunque annunciato che rimarranno fermi per la protesta.
Popolo di friggitori Draghi ha detto che «non siamo in economia di guerra ma dobbiamo prepararci». Nei supermercati però si è scatenata la corsa all’accaparramento di beni come l’olio di semi di girasole o la farina, ma per Federdistribuzione i prodotti non mancano. Si teme invece per lo stop delle acciaierie, a causa della mancanza di materie prime.
- Il leader della Cgil Maurizio Landini ha chiesto un taglio dell’Iva sugli alimentari e la convocazione dei sindacati da parte del governo.
- Tutte le materie prime investite dalla crisi.
GUERRA ECONOMICA
Quarto pacchetto Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto al Congresso di revocare alla Russia la clausola di “nazione più favorita”, interrompendo le normali relazioni commerciali con Mosca. Gli Usa, coordinati con gli altri Paesi del G7, hanno bandito inoltre l’importazione di prodotti simbolici come la vodka e il caviale e allungato la lista di oligarchi e politici russi colpiti dalle sanzioni. Anche la Commissione europea ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, che peseranno sul settore del lusso, della siderurgia e dell’energia. La Russia viene sospesa dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale, con la revoca delle condizioni speciali riconosciute alla Organizzazione mondiale del commercio.
Qui Mosca Sotto i colpi delle sanzioni, l’economia russa intanto è quasi del tutto paralizzata, anche se gli effetti potrebbero vedersi soprattutto nel lungo periodo. Per minimizzare le conseguenze negative, Putin ha ordinato al governo di agire con la nazionalizzazione delle imprese straniere che intendano lasciare la Russia e sono stati deliberati controlli sui cambi e sui prezzi.
Qui Roma Un eventuale default della Russia, metterebbe a rischio 19 miliardi italiani: a tanto ammonta l’esposizione del nostro Paese verso Mosca, tra bond, prestiti bancari e investimenti in aziende. E la Farnesina prepara intanto un provvedimento di aiuti alle imprese che esportano in Russia e Ucraina.
- Secondo La Stampa, l’ambasciata italiana in Russia avrebbe consigliato alle imprese italiane di non lasciare Mosca. Ma dalla Farnesina smentiscono.
Qui Versailles I 27 capi di Stato e di governo riuniti a Versailles hanno preso decisioni importanti sulla difesa e la riduzione della dipendenza energetica. Tutti si sono impegnati ad aumentare le spese per la difesa, raddoppiando i fondi per inviare armi a Kiev fino a 1 miliardo. È stata annunciata anche la fine della dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027. Sul Recovery bis, o Recovery di guerra, restano invece le divisioni.
DOSSIER CALDI
Le altre partite Il governo è al lavoro sulle riforme legate al Pnrr, dalla concorrenza agli appalti, dalla giustizia alla delega fiscale. Ma lo scontro nella maggioranza è alto: in particolare pesano i dissensi da parte di Forza Italia sulle concessioni balneari e la riforma del catasto. E oggi, mentre scade il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl concorrenza, i rappresentanti dei balneari manifestano contro la direttiva Bolkestein. Mentre in Sicilia sono già scattati i ricorsi contro la fine delle concessioni prevista per il 2023.
Risiko Tim Il cda di Telecom Italia ha declinato l’offerta del fondo Kkr, dicendosi pronto a esaminare però future offerte migliorative e vincolanti. Il board ha dato mandato al presidente Salvatore Rossi e all’ad Pietro Labriola di avviare con Kkr un’interlocuzione «formale e ulteriore rispetto a quelle già intraprese informalmente nei mesi scorsi dai consulenti».
COSE DI LAVORO
Numeri Nell’ultimo trimestre del 2021, secondo i dati Istat, si registrano 80mila occupati in più rispetto al trimestre precedente. In un anno si contano 571mila posti di lavoro in più. Ma bisognerà vedere quale sarà l’effetto sul mercato del lavoro della «tempesta perfetta» (parole di Bonomi) che sta interessando le imprese tra rincari e scarsità di materie prime.
Non è un Paese per licenziati Uno studio riportato da Lavoce.info mostra che perdere il lavoro ha conseguenze molto diverse tra Nord e Sud Europa e che le politiche attive hanno il potenziale per mitigare questi divari. Immaginate un lavoratore italiano e uno danese con competenze simili e impiegati nello stesso settore. Se entrambi perdono il lavoro, le conseguenze saranno uguali tra i due? La risposta è no.
AGENDA
14 marzo – Riunione dell’Eurogruppo sui principi di bilancio per il 2022 e il 2023 alla luce del nuovo scenario internazionale; cda di Generali su conti 2021 e definizione della lista del management, attesa per martedì.
15 marzo – Riunione del’Ecofin con il dato sulla produzione industriale di gennaio.
16 marzo – L’Istat comunica i prezzi al consumo di febbraio.
17 marzo – L’Acea presenta i dati di febbraio sulle immatricolazioni di autovetture in Europa e i dati dell’inflazione di febbraio.
18 marzo – L’Istat comunica i dati del commercio estero e i prezzi all’import e la produzione nelle costruzioni di gennaio.
Alla prossima settimana,
Lidia Baratta
Per iscriverti a “Corona Economy” e alle altre newsletter de Linkiesta, basta andare qui.
Per segnalazioni, integrazioni, critiche e commenti, puoi scrivere a [email protected]