Recentemente il Centre Pompidou ha acquisito alcune opere gonfiabili degli Anni 60 di Franco Mazzucchelli. Rare e amatissime dai collezionisti di tutto il mondo sono il simbolo di una rivoluzione dell’arte che solo negli ultimi anni è stata riscoperta anche grazie alla grande mostra Non ti abbandonerò mai al Museo del Novecento di Milano, nel 2018. In questa mostra venivano raccontate le “Azioni” con cui l’artista tra il 1964 e il 1979 espresse la propria insofferenza e contrarietà nei confronti di una esasperata mercificazione dell’arte contemporanea.
Non tutti sanno però che questa rivoluzione ebbe origine su una spiaggia nel 1964. Le prime azioni artistiche furono infatti le A.TO A. (Art to Abbandon): Franco Mazzucchelli abbandonava simbolicamente le sue opere gonfiabili in pvc in tutti quei luoghi in cui l’arte non era – ancora – arrivata: dalle spiagge, alle periferie, ai parchi urbani. L’opera d’arte non era più quindi il manufatto artistico, quanto l’interazione tra ambiente, essere umano e “oggetto” ideato e fatto dall’artista. Ne conseguiva che l’artista si considerasse soprattutto uno studioso, un regista, che innescava e studiava il rapporto tra le persone e un manufatto privo di qualsiasi utilità pratica.
L’artista sperimenta le prime azioni sulle spiagge – allora deserte – della Camargue (Francia) insieme alla moglie Giovanna Casali, ritratta spesso nelle opere documentative e ancora oggi al fianco di Franco Mazzucchelli. Questi primi abbandoni duravano poche ore, erano realizzati quasi di nascosto tanto che l’artista si serviva del tubo di scappamento della sua auto per gonfiare le “opere”. Di fronte a questi leggeri e monumentali gonfiabili esplodeva sempre la dimensione più ludica del pubblico. Tale aspetto divenne sempre più centrale e ricercato dall’artista, che spostò le sue azioni e i suoi abbandoni in luoghi di svago sempre più affollati: dopo le prime deserte spiagge, arrivarono gli abbandoni nei parchi pubblici, sulla riva del Lago di Como, e persino sugli affollati Bagni Miramare di Santa Margherita nell’estate 1970. Pochissimi gonfiabili superarono indenni questa partecipata “gioia” del pubblico; i più vennero distrutti e i loro resti furono assemblati dall’artista insieme a immagini fotografiche delle azioni (soprattutto scattate da Enrico Cattaneo) a formare un prezioso corpo di opere documentative (circa 120) racchiuse nel volume Azioni 1964 – 1979 voluto dal Museo del Novecento di Milano nel 2018.
Mentre la dimensione sociale-ludica è stata negli ultimi anni ampiamente esplorata dalla critica, resta ancora molto da dire sul rapporto tra Franco Mazzucchelli e il paesaggio. Per stessa ammissione dell’artista, che volle abbandonare i musei e il mercato dell’arte, l’ambiente urbano e la natura furono e sono tuttora il migliore luogo per la sua arte. Non a caso l’elemento compositivo, derivante da una prima formazione pittorica, riappare nelle più recenti Azioni di land-art in cui l’artista con spirali e forme geometriche riprende e reinterpreta la perfezione della natura. Col passare degli anni, quando gli Abbandoni lasciano spazio alla “BD” – Bieca Decorazione (quadri gonfiabili), gli interventi di Franco Mazzucchelli hanno cominciato a concentrarsi sempre più sul paesaggio. L’aspetto ludico resta, mentre la componente sociale scema progressivamente a favore di un crescente dialogo compositivo tra opera d’arte, spazio e natura: celebri i suoi recenti abbandoni nella Valle dei templi, in mare o sui fiumi di tutto il mondo. L’artista sembra così esser passato dall’abbandonare i musei ad abbandonare la tela per disegnare sulla natura con i suoi gonfiabili.
Franco Mazzucchelli è nato a Milano il 24 gennaio 1939, si diploma nel 1963 in pittura e nel 1966 in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegna per trent’anni. Nel 1976 partecipa alla 37° Biennale di Venezia e nel 1986 alla 11° Quadriennale di Roma. Negli anni partecipa a mostre nei più importanti musei del mondo, tra cui il Museo del Novecento di Milano, il Centre Pompidou-Metz, la Cité de l’architecture et du patrimoine di Parigi, l’Artscience Museum di Singapore, la Kunsthalle di Vienna e il Macro di Roma.
Sarà possibile vedere le opere di Franco Mazzucchelli all’interno della mostra internazionale “La Caduta”, dal 9 settembre al Mercato Centrale di Milano.