Linea Barcellona-LivornoParigi fa ostruzione e così il gasdotto europeo di Scholz e Sánchez potrebbe passare per l’Italia

Germania, Spagna e Portogallo spingono per un’infrastruttura che vada dall’Algeria al Vecchio Continente, passando dalla penisola iberica e la Francia. Ma Macron si oppone, difendendo le risorse del suo Paese. Così la soluzione potrebbe essere a Roma (sperando che i politici di casa nostra si convincano sui rigassificatori)

AP/LaPresse

La proposta di Olaf Scholz di completare la costruzione del gasdotto MidCat per trasportare gas dall’Algeria alla Germania si scontra con le resistenze di Emmanuel Macron, che difende in un colpo solo ambientalismo e interessi nazionali. Così la soluzione potrebbe essere un piano B che coinvolge anche l’Italia: costruire un gasdotto sottomarino tra Barcellona e Livorno, con il sostegno dell’Unione europea.

Di fronte all’aggravarsi della crisi energetica, a metà agosto il cancelliere tedesco aveva proposto di concludere i lavori del gasdotto MidCat (Midi-Catalonia), lanciato nel 2013 con il sostegno della Commissione europea, per trasportare il gas in arrivo dal Nordafrica dalla penisola iberica ai Paesi dell’Europa centrale, attraversando i Pirenei catalani e alcune regioni del Centro-Sud della Francia.

La costruzione si era arenata nel 2019, quando Francia e Spagna avevano fatto un passo indietro di fronte ai costi elevati e alla presunta inutilità del collegamento, che aveva incontrato anche l’ostilità dei movimenti ambientalisti.

Il mese scorso, invece, il progetto di Scholz era stato accolto favorevolmente dal presidente spagnolo Pedro Sánchez e dall’omonimo portoghese António Costa, che aveva commentato che MidCat potrebbe essere usato «oggi per il gas naturale, e un domani per l’idrogeno verde».

Secondo il portavoce della Commissione Europea Tim McPhie, costruire un’infrastruttura capace di trasportare l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili potrebbe essere l’unico modo di riguadagnare il favore – e i fondi – dell’Unione, trasformando il MidCat in un Progetto di Interesse Comune (Pic) che potrebbe beneficiare delle risorse stanziate dal piano per la sostenibilità energetica REpowerEU. Nel caso del gas, Germania, Spagna e Portogallo devono invece vedersela direttamente con la Francia, dal momento che i progetti transfrontalieri devono avere il via libera di tutti i Paesi coinvolti.

«La Francia è a favore della costruzione di collegamenti energetici con l’Europa, ma solo di quelli che hanno senso», ha commentato duramente il presidente francese durante una conferenza stampa a inizio mese. Il MidCat sarebbe infatti il terzo gasdotto ad attraversare i Pirenei dopo quelli di Irún e di Larrau-Calahorra, che al momento lavorano a capacità dimezzata.

«Non credo che abbiamo bisogno di più infrastrutture per trasportare il gas, che ha gravi conseguenze sull’ambiente e sugli ecosistemi», ha aggiunto Macron, che punterebbe invece sulla costruzione di infrastrutture capaci di trasportare energia elettrica. Inoltre, Macron ha citato in sua difesa la dura reazione che avrebbero gli ambientalisti francesi al completamento dell’ultimo tratto del MidCat, un’opera destinata al trasporto di un combustibile di origine fossile che costerebbe 440 milioni di euro e vedrebbe la luce tra circa due anni.

Ma la preoccupazione per l’ambiente e la scarsa utilità dei gasdotti già esistenti è solo metà della storia: come spiega il ricercatore dell’Ispi ed esperto in infrastrutture e geoeconomia Alessandro Gili, «anche se andassero a pieno regime, i due gasdotti che uniscono la Spagna alla Francia non basterebbero a soddisfare i bisogni attuali. In realtà, la Francia non vorrebbe essere un semplice Paese di transito per il gas proveniente dalla Spagna, ma esportare in Germania il gas trattato dai suoi quattro rigassificatori e, in un futuro non troppo lontano, vendere l’idrogeno prodotto dalle sue centrali nucleari».

Lo aveva lasciato intendere lo stesso Macron in conferenza stampa: «La Francia è un Paese europeo cooperativo e farò tutto il possibile per migliorare la solidarietà energetica europea», ha detto, aggiungendo poi che solo «i fatti» potrebbero fargli cambiare idea e convincerlo a difendere il MidCat.

Il Segretario di Stato portoghese per gli Affari Europei, Tiago Antunes, parlando a Politico ha detto che «se la Francia non cambia posizione, il collegamento con l’Europa può essere fatto attraverso l’Italia: si può creare passando da Barcellona per arrivare a Livorno», ha spiegato, descrivendo un progetto che però dovrebbe contare sui rigassificatori italiani per trasportare il gas naturale liquefatto che la Spagna importa dal Nordafrica.

Il gasdotto in questione costerebbe 3 miliardi di euro e verrebbe realizzato con i fondi del piano REpowerEU. Come segnala il giornale spagnolo El Economista, anche questo progetto non vedrebbe la luce molto presto (la società energetica Enegás stima che i lavori finirebbero nel 2028) e che dovrebbe guadagnarsi l’approvazione del nuovo governo italiano post-elezioni.

«Non esistono soluzioni facili nel breve periodo, se non provare a giocare con i flussi, considerando anche l’impatto negativo sulle forniture causato dalle tensioni tra Spagna e Algeria sulla questione del Sahara occidentale e l’esistenza di un gasdotto che unisce già Algeria e Italia, Gasmed», osserva Gili.

La partita rimane quindi più che aperta, anche se la mossa decisiva sulla questione MidCat potrebbe arrivare già tra qualche giorno, in occasione dell’incontro ufficiale tra Pedro Sánchez e Olaf Scholz in programma per inizio ottobre.

X