Mercato del desiderio onlineLe app di dating non conoscono crisi, ma gli utenti hanno sempre più voglia di realtà

L’azienda madre di Tinder, Hinge, OKCupid, Meetic e altre piattaforme simili conta più di 16,5 milioni di clienti paganti, simbolo di un settore in espansione costante, anche mesi di lockdown e convivenza forzata con la tecnologia

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A differenza di Meta, Twitter e altre piattaforme tecnologiche in caduta libera, il successo delle app di dating non incontra ostacoli. Secondo i dati dell’ultimo trimestre, Match Group, l’azienda madre di Tinder, Hinge, OKCupid, Meetic e altre piattaforme simili conta più di 16,5 milioni di utenti paganti. Anche gli abbonamenti su Bumble, l’app di dating creata dall’ ex co-fondatrice di Tinder Whitney Wolfe, sono in crescita e la piattaforma conta ormai più di due milioni di profili a pagamento. In più, a fine novembre, l’app di incontri preferita dalla comunità Lgbtq+, Grindr, si è quotata in borsa e il valore delle sue azioni è immediatamente aumentato del quattrocento per cento.

«La pandemia ha generato prima un rallentamento nel dating, corrisposto al fenomeno dello slow dating per cui si è visto come si siano allungate le conversazioni in chat e ritardato sempre più il momento dell’incontro dal vivo», spiega Marvi Santamaria, social media strategist, divulgatrice e co-autrice di un libro sull’impatto della pandemia sul dating online (“Love, Sex & Web”, scritto con Fiorenzo Pilla e Rossella Dolce). «I vaccini sono stati un game changer in quanto hanno dato un senso globale di immunità. Nei primi mesi della loro diffusione, infatti, molte persone nella mia community mi riportavano di aver subito un aumentato pressing in chat per vedersi il prima possibile», continua Santamaria, che ha fondato la prima community dedicata alle dating app e alle relazioni online, Match and the City.

Nel 2022, l’urgenza di vedersi in persona si è trasformata in voglia di fare esperienze dal vivo sempre più ricercate. Secondo l’ultimo report di Tinder, nelle bio degli utenti è sempre più frequente leggere proposte come «andiamo in spiaggia» (dieci per cento) o «facciamo un picnic» (ventitré per cento) come alternative al classico primo appuntamento al bar.

«Le persone cercano appuntamenti meno tradizionali e vogliono condividere esperienze. Lo dimostra anche il fatto che attività come campeggio, grigliate, provare cose nuove e street food sono entrate a far parte della top 10 degli interessi su Tinder a livello globale», commenta Santamaria, che sottolinea anche la nascita di un’altra tendenza: i viaggi. Grazie alla funzione Passport, che permette agli utenti di geolocalizzarsi ovunque, Tinder ha rilevato che i giovani tra i diciotto e i venticinque anni si registravano in media nove volte al mese in posti diversi. In Italia, le destinazioni più comuni dove fare match sono state Milano, Roma e Firenze.

Nonostante queste due tendenze, il mondo reale continua a far fatica a riconquistare totalmente i cuori di chi è alla ricerca di un partner, anche a causa di un meccanismo chiamato gamification. Sulle app, cercare l’anima gemella somiglia sempre più a un gioco da vincere a colpi di swipe, la versione amorosa dello scroll infinito che caratterizza i feed dei social network. In entrambi i casi, «è dimostrato che questo meccanismo attiva la secrezione di dopamina, creando un certo livello di dipendenza», spiega la psicologa Alina Liu. Non sorprendono quindi i dati di uno studio del Match Group, secondo cui già nel 2017 un single su sei negli Stati Uniti dichiarava di sentirsi dipendente dalle piattaforme di incontri.

Non tutte le app, però, subiscono la dittatura dello swipe: fanno eccezione, ad esempio, la neonata Heyoosh o l’innovativa Thursday. Creata dall’azienda londinese Keepod, Heyoosh si presenta come l’app di dating no swipe dove è possibile ritrovare le persone incrociate per caso in un luogo pubblico o scriversi in chat senza condividere nome o numero di telefono, utilizzando un qr code. Disponibile solo per chi abita a New York o a Londra, Thursday invece è l’offline dating app che organizza eventi esclusivi ogni giovedì – che è statisticamente il giorno migliore per i primi appuntamenti, secondo la piattaforma – e che permette ai suoi utenti di conoscersi online solo nell’arco di ventiquattr’ore. A mezzanotte, tutti i contatti e i messaggi spariscono, e la festa ricomincia il giovedì successivo.

Nonostante l’influenza negativa dello swipe (e le sue giovani alternative), dal report di Tinder 2022 emerge «una generazione di dater che sa sempre più cosa vuole, soprattutto i più giovani, che appartengono alla Gen Z, che sono alla ricerca di autenticità, valori condivisi e cause per cui lottare assieme», spiega Santamaria. La parola del momento infatti è situationship, un rapporto a metà tra una relazione sentimentale e un’amicizia, un’etichetta che libera da altre etichette. «Penso che anche questa tendenza sia figlia della pandemia, che ci ha portato a rivalutare le nostre priorità di vita», commenta l’esperta. Tra queste priorità troviamo infine anche l’orientamento politico e in particolare le opinioni su cambiamento climatico, diritti Lgbtq+ e femminismo, da tempo presenti nelle bio sempre più dettagliate degli utenti, che negli ultimi mesi sono diventati la scusa perfetta per iniziare una conversazione in chat.

Tra viaggi, picnic, situationship e manifesti politici, il rischio è tuttavia quello di perdere di vista il grande paradosso degli ultimi trent’anni: le app di dating hanno sempre più utenti (e soprattutto utenti paganti), ma numerose ricerche segnalano che le persone – soprattutto i giovani – fanno sempre meno sesso. Per spiegare questa recessione sessuale nell’epoca d’oro delle dating app, Santamaria ricorda che «in Italia abbiamo ancora molti tabù in ambito sessuale che non permettono a molte persone di vivere la sessualità liberamente, né in modo appagante». In generale, inoltre, «il sesso trovato tramite dating app non sempre è vissuto come qualitativamente soddisfacente, per via della dinamica mordi-e-fuggi che spesso si instaura, ma non solo. Credo che il fatto di non essere stati educati adeguatamente a conoscere il proprio corpo, i propri desideri e al consenso reciproco possa ridurre di molto la soddisfazione negli incontri fisici», conclude.

Il mercato del desiderio online, insomma, non è mai stato così caotico, redditizio e spietato: un mondo di cui solo chi ha il giusto bagaglio educativo e sociale riesce a godere delle enormi potenzialità.

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