Assist per HamasLe parole di Guterres spalancano la strada all’ambiguità di sinistra su Israele

Giuseppe Conte sciacalleggja sulle parole del segretario generale dell’Onu, dando forza alla linea “né né”. Il Pd rischia di farsi coinvolgere per timore di lasciare a scena all’avvocato in cerca di voti

Unsplash

Adesso che c’è anche la copertura dell’Onu al “neneismo”, né con Hamas né con Israele, si spalancano le praterie per chi dopo l’emozione del dopo 7 ottobre è tornato a mettere Israele nel mirino. L’aria è cambiata e Antonio Guterres deve essersene accorto, così è diventato il leader mondiale dell’incertezza dopo aver pronunciato quelle parole (ieri ha cercato di correggerle) che hanno fatto indignare Israele e non sono piaciute agli americani. Parole che sono parse comprensive o comunque tese a evidenziare che il 7 ottobre «non è nato dal nulla». E su questa scia scattano i “pacifisti” che domani tornano nelle piazze in molte città, e anche a Roma – dove nei giorni scorsi sono sfilati piccoli cortei nei quali si sono sentiti slogan allucinanti contro Israele.

Si chiederà, in queste manifestazioni di tutta la galassia arcobaleno (per esempio Amnesty International, Arci, Acli, Cgil) che dovrebbero essere silenziose, un “cessate il fuoco” che più che umanitario sembra voler auspicare un indebolimento politico di Gerusalemme e rilanciare la famosa “questione palestinese” di cui in questa fase drammatica non si afferra bene il senso.

La giornata “guterresiana” sta mettendo in ambasce il Partito democratico che come si sa ha due linee, quella ufficiale – che sinora Elly Schlein ha saputo tenere con nettezza a fianco del Paese barbaramente colpito da Hamas – e quella incline a comprendere le ragioni dei palestinesi pur nella condanna dei tagliagole (e vorremmo pure vedere che non fosse così), ma smarrendo la distinzione tra aggressore e aggredito, come se il massacro del 7 ottobre fosse già ridimensionato nel senso che «non nasce dal nulla»: come se il nazismo dovesse sempre essere spiegato col trattato di Versailles e la crisi di Weimar. O giù di lì.

Da parte sua, come al solito, Giuseppe Conte sciacalleggia trincerandosi dietro la demagogia disarmista e una coerente ma ignominiosa “coerenza” con le ambiguità mostrate sull’Ucraina, così che l’uomo di Foggia riesce ad apparire l’unico politico davvero amico del “pacifismo”, è tutto fieno da mettere in cascina: tra sette mesi si vota, giusto?

Guterres, politico di professione del socialismo iberico piuttosto incline all’antiamericanismo, ha reso più facile la vita ai filo-arabi di tutto il mondo – attivissimi a tutti i livelli – e dunque anche italiani, come dimostra l’avvocato che si è buttato senza esitazione in una manifestazione chiaramente ispirata da sentimenti anti israeliani.

Sentite qua: «Per noi è fondamentale ribadire la condanna di ogni forma di violenza e di terrorismo, ma contestualmente dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di guardare in faccia la realtà per affrontare le cause che hanno determinato questa nuova ondata di odio e di violenza. A tal fine esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno al Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, al centro di attacchi pretestuosi solo per aver richiamato le parti al fondamentale dovere di essere costruttori di Pace», ha sottolineato Sergio Bassoli, di “Rete Pace Disarmo”.

Nella piattaforma poi si fa addirittura riferimento a un precedente documento del 10 ottobre, sempre della stessa “Rete Pace Disarmo”, nel quale si richiamava la formula “due popoli due Stati” «come condizione che porrebbe fine all’occupazione israeliana e alla resistenza armata Palestinese». Toni e contenuti della manifestazione, al momento, sono questi: inaccettabili per chi vuole la fine del terrorismo come premessa per intraprendere un discorso politico nuovo.

Sembra escluso che Elly Schlein e la parte più vicina a Israele vadano in piazza mentre è probabile che sfilino dirigenti “sciolti”, non una delegazione formale. Lo schema della manifestazione del Foglio tre giorni dopo il pogrom. Non si ha il coraggio di opporsi al “pacifismo” né si vuole lasciare la scena all’avvocato in cerca di voti. Ma forse queste furberie sono una toppa peggio del buco.

X