TravalicareQuattro librerie italiane votate all’arte, al design e al cinema

Un po’ bookshop, un po’ luoghi di cultura, un po’ zibaldoni di oggetti che vanno dalle raffinate edizioni d’arte al merchandising, dal design di grido al kitsch

FALLEN FRUIT, Orto Botanico, ingresso Culture Concept, Sala Mezzogiorno

Sempre indecisi tra l’essere una Disneyland – dal gusto un po’ così – o interpreti di esigenze emozionali, i bookshop diventano un punto di riferimento del consumatore post-industriale che – come spiega Loretta Battaglia, docente di Marketing alla Università Cattolica di Milano – «più che prodotti vuole comprare esperienze. Per lui acquistare un gadget in un book shop è come portare via un pezzo di esperienza. Una richiesta con cui i musei sono in sintonia, perché tre su quattro visitatori di un museo o di una mostra sono convinti che la loro visita non possa considerarsi completa senza fermarsi nel bookshop e acquistare qualcosa». È così che loro, i bookshop, a volte diventano più attrattivi del museo o dello spazio espositivo in cui sono ospitati, altre volte sono ricavati in luoghi iconici, altre ancora sono apparati scenici (ri)progettati da designer, creativi e archistar e diventano, inconsapevolmente, luoghi d’arte.

A Palermo: creazione immersiva
«L’Orto Botanico di Palermo è uno dei giardini botanici più straordinari del mondo – spiegano Austin Young e David Allen Burns, duo creativo californiano meglio conosciuto come i Fallen Fruit – e noi volevamo creare un’esperienza magica per i visitatori, sia all’ingresso che nel bookshop del museo. Pensando all’opera d’arte come a un ritratto degli antichi giardini». Ed ecco che quello dell’Orto Botanico di Palermo è diventato il primo bookshop a essere disegnato da un collettivo d’arte, proprio come se si trattasse di un’installazione.

FALLEN FRUIT, Orto Botanico, ingresso Culture Concept, Sala Mezzogiorno

Spektro Completo è una creazione immersiva di Young e Burns, un vero percorso artistico che parte dal bookshop a tema botanico (anche nella scelta di pubblicazioni e merchandising che comprende produzioni artigianali e eccellenza locali) e arriva alle prime due sale espositive con le teche sulle specie vegetali del passato. Un mondo colorato e iridescente popolato da uccellini, rapaci notturni, farfalle che fanno parte anche delle collezioni del vicino Museo di Zoologia Doderlein. In tutto, un paio di centinaio di metri quadrati di rivestimento in tessuto di cotone biodegradabile, realizzato  su disegno dei due creativi: lo stile è quello riconoscibilissimo dei Fallen Fruit, declinato su tre ambienti: Mezzogiorno (colore predominante, il giallo chiaro), Mezzanotte (fondo scuro) e Iridescenza, che declina i temi nei colori cangianti dell’iride. Ambienti dove predomina il colore, ma che si animano di piccoli protagonisti naturali che reclamano attenzione. E il gioco continua a ogni nuovo spettatore: riconoscere, ammirare, notare i dettagli, sorridere.

FALLEN FRUIT, David Burns e Austin Young

A Milano: a tutto design
Non solo bookstore, ma contenitore versatile e trasversale. Così quello della Triennale si aggiudica il premio della prima edizione di RO.ME – Museum Exhibition “Libreria Museale Italiana 2023”, dedicato ai bookshop museali permanenti in Italia. Nel cuore dell’architettura razionalista che ospita la Triennale, lo store cita la romanità scenografica dell’edificio grazie alle strutture ad archi delle scaffalature in metallo forato, alle forme plastiche e agli arredi componibili. A firmare l’allestimento della libreria milanese è l’architetta e designer Patricia Urquiola, capace di reinventare la struttura originale degli spazi per farli diventare contenitori di cultura a tutto tondo.

Lo store, infatti, raccoglie i cataloghi delle mostre della Triennale e le pubblicazioni che attraversano il mondo della moda, dell’architettura, della grafica e della fotografia, allontanandolo sempre di più dall’idea di un semplice negozio e avvicinandolo ad un’esperienza nel mondo del design. Ma nel bookshop accanto ai libri sono mescolati anche oggetti e accessori, gioielli e cartotecnica. Tra le proposte più interessanti, il merchandising di Triennale, la più recente produzione, realizzata dallo Studio Sonnoli (con l’iconico logo “T”, disegnato dallo studio svizzero Norm) e ispirata alle icone del design, con una elegante riproposizione degli oggetti che hanno fatto la storia degli ultimi decenni.

A Firenze: da Brunelleschi a Coppedè
Disegnato da Brunelleschi, realizzato da Michelozzo, riveduto e corretto da Coppedè e Piacentini, per ricavare nei suoi spazi (si parla di Palazzo dello Strozzino) un cinema-teatro dai raffinati interni Art Decò. Oggi, il prestigioso Cinema-Teatro Odeon intraprende un nuovo percorso diventando Giunti Odeon Libreria, uno spazio eclettico di sperimentazione culturale che unisce libri, cinema, musica, arte e teatro e che si propone di ampliare l’offerta culturale per Firenze, i suoi abitanti, i suoi visitatori.

Courtesy of Giunti Odeon Firenze

A riportare alla luce gli elementi architettonici e decorativi dell’Odeon ha pensato lo Studio Benaim, che si è occupato del restauro di questo gioiello facendo rivivere le fontane, le decorazioni sulle colonne, l’illuminazione della cupola, gli arazzi. Per un progetto culturale a dir poco ambizioso: lo spazio di millecinquecento metri quadri, infatti, ospita una sala cinematografica con due schermi – uno per la proiezione al buio dei film e un grande led-wall per l’intrattenimento culturale diurno – e una nuova libreria oversize con milleduecento metri di scaffalature e oltre venticinquemila titoli proposti (di cui una parte in lingua originale). La programmazione culturale spazia, poi, dalle presentazioni di libri ai concerti, dalle letture ad alta voce fino ai laboratori di lettura per i più piccoli. Giunti Odeon è anche uno spazio espositivo con mostre di artisti contemporanei che affiancano due percorsi tra le produzioni in facsimile dei Codici di Leonardo.

Giunti Odeon Firenze

A Venezia: il bookstore in piazza
Grazie a un restauro rispettoso e innovativo (firmato da David Chipperfield) le Procuratie Vecchie, in piazza San Marco a Venezia, sono diventati spazi espositivi, ma anche occasioni di cultura, scambio e condivisione. All’interno del terzo piano del Palazzo si snoda il cuore, la casa della Fondazione The Human Safety Net, il movimento impegnato a sostenere le famiglie vulnerabili e la loro integrazione sociale attraverso il lavoro e l’imprenditorialità. Si tratta di uno spazio articolato in una sequenza di sale collegate tra di loro da una successione di quindici archi che mettono in comunicazione tutti i vari ambienti. Ma The Human Safety Net porta in piazza anche il nuovo bookstore della Fondazione, un progetto in collaborazione con la libreria La Toletta di Venezia, frutto di un lungo percorso che parte dagli ambienti del terzo piano delle Procuratie Vecchie.

The Human Safety Net mostra. Courtesy of Andrea Martiradonna

Non solo bookstore ma anche laboratorio di cultura, un modo nuovo di concepire lo spazio per il pubblico e per la comunità, che incarna i valori e le missioni della Fondazione. Emma Ursich, segretaria generale di The Human Safety Net, spiega, infatti, che, all’interno del bookstore progettato dallo studio d’architettura Migliore+Servetto, oltre ai libri possono essere trovati «oggetti di qualità fatti da alcuni rifugiati che hanno creato delle piccole start-up attraverso i finanziamenti prodotti dai nostri programmi d’aiuto».

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