Chiacchiere forzate, domande confezionate, giacca, camicia, contatto visivo prolungato. I colloqui di lavoro sono stressanti e spesso poco stimolanti.
E soprattutto i giovani della Generazione Z, gli under 30, sono sempre più in difficoltà nell’affrontare questo rito di passaggio. Faticano a dare il meglio di sé e, spesso, falliscono. Mentre i più anziani, quelli che devono assumerli, finiscono per additarli come svogliati e fannulloni. Tanto da aver sviluppato una sorta di «fobia per la Gen Z».
Chi non ha sentito un responsabile delle risorse umane lamentarsi dei candidati più giovani? Jodie Foster al Guardian ha detto che i lavoratori della Gen Z sono «davvero fastidiosi». Senza pensare che, forse, la formula dei colloqui di lavoro, con tutte quelle domandine standardizzate, potrebbe essere ormai obsoleta.
Ok, boomer Un sondaggio condotto su 800 manager americani ha registrato che i candidati della Gen Z spesso non superano i colloqui di lavoro. Un manager su cinque dice che i neolaureati sono impreparati. Molti si lamentano della difficoltà nel contatto visivo, dell’abbigliamento e per la richiesta frequente di stipendi più alti. Tanto che quasi il 40 per cento dice di essere più propenso ad assumere un candidato più anziano (!).
Dammi tre parole Il punto – spiega il Guardian – è che le aspettative degli addetti alle risorse umane si scontrano con quelle dei candidati più giovani. I ragazzi intervistati parlano di «bullshit questions» come: «Descriviti in tre parole» o «Identifica la tua più grande debolezza». E invece vorrebbero prendersi il tempo necessario per rispondere a domande direttamente correlate al lavoro per cui si candidano, spiegare chi sono senza schemini pre-compilati.
La zuppa di Edison Negli anni Venti, Thomas Edison inventò un “test” per valutare i candidati al suo laboratorio. Come parte del test, chiedeva loro di mangiare la zuppa davanti a lui. Se condivano la zuppa con sale e pepe prima di assaggiarla, venivano eliminati: non voleva che i suoi dipendenti facessero supposizioni.
Il quiz sulla zuppa è scomparso dai radar degli Hr, ma nel frattempo generazioni di lavoratori hanno accettato la ritualità dei colloqui di lavoro. Quelli in cui devi fingere che il project management, l’immissione di dati o il telemarketing siano l’unica vera passione della tua vita. O rispondere a domande come: «Se fossi un elettrodomestico da cucina, cosa saresti e perché?».
Leggi — La Gen Z e la permacrisi del lavoro
Ve lo ricordate il Covid? Senza dimenticare che i 20-30enni sono diventati adulti durante una pandemia e un tumulto politico senza precedenti e che hanno avuto le loro prime esperienze professionali lavorando a distanza. E le esperienze dal vivo all’inizio possono provocare grossi stati d’ansia.
Il Wall Street Journal ha raccontato che nelle università americane stanno nascendo nuovi corsi per insegnare «abilità elementari», come la capacità di discutere in presenza, guardare in faccia o chiamare le persone per nome quando parlano con loro.
Sulla bacheca di Handshake, piattaforma che aiuta gli studenti a trovare un lavoro, una ragazza ha raccontato di aver ottenuto il suo primo colloquio di lavoro di persona dopo anni di videocall. Entrò in ufficio e si rese conto che non sapeva cosa fare con le mani. Stringere la mano del suo intervistatore? Le persone si stringono ancora la mano dopo il Covid? Le cose diventarono più difficili quando andarono a pranzo. Alla fine imitò esattamente il modo in cui mangiava il suo potenziale capo e ottenne il lavoro.
Certo, poi ha dovuto firmare un contratto breve, affrontare un ridotto equilibrio tra lavoro e vita privata e accettare uno stipendio che non tiene il passo con l’inflazione.
Forse la Generazione Z non dà il meglio di sé nei colloqui di lavoro perché in effetti non c’è molto di cui essere entusiasti una volta ottenuto il lavoro. Ma questa è un’altra storia.
Ascolta — Troppo Poco. Il podcast sulla salute mentale al lavoro
Il monito dell’Ocse
Lo Studio economico dell’Ocse 2023 sull’Italia dice che l’economia italiana ha superato bene le crisi recenti. Tuttavia, ora sta rallentando. Nel report si ricorda che il debito pubblico italiano, pari a circa il 140% del Pil, è il terzo più elevato dell’Ocse.
Per gli economisti parigini, serve una spending review incisiva. Ma anche una riforma delle pensioni, suggerendo lo stop alle uscite anticipate e un contributo di solidarietà nella forma di «un’imposta sulle pensioni elevate, che non siano correlate ai contributi pensionistici versati». Si torna a raccomandare di spostare la pressione fiscale dal lavoro alla proprietà e ai consumi, ricordando che sarebbe da riformare il catasto.
L’Ocse sottolinea poi che il tasso di occupazione nel Paese è tra i più bassi dell’area, a causa dell’elevata disoccupazione giovanile e della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Critiche anche agli strumenti post-reddito di cittadinanza. «La mancanza di competenze rappresenta un notevole ostacolo all’occupazione», si legge. «Sarebbe opportuno introdurre un sistema di certificazione a livello nazionale per gli erogatori di formazione e ampliare i programmi esistenti che subordinano il pagamento degli erogatori della formazione alla condizione che i beneficiari trovino stabilmente un’occupazione».
Il nuovo Rdc
Venerdì 26 gennaio debutta il nuovo reddito di cittadinanza riformato dal governo Meloni. L’Inps erogherà in media 635 euro a 450mila famiglie che hanno fatto domanda entro il 7 gennaio per l’Adi, l’Assegno di inclusione, sottoscrivendo anche il Pad, il Patto di attivazione digitale. Sono arrivate 563mila domande, per l’88% da ex percettori del reddito.
Gli altri, i cosiddetti “occupabili”, da settembre hanno invece a disposizione 350 euro al mese per al massimo dodici mesi non ripetibili del Supporto per la formazione e il lavoro, Sfl, erogato solo se si fa un colloquio di orientamento o si segue un corso di formazione e solo per la durata di queste attività. Le domande per il Supporto sono state 165mila, quelle accolte 68mila. I 350 euro sono stati pagati a 23-25mila persone, ma non si capisce perché.
In realtà si tratta di dati “ufficiosi”, visto che mancano ancora i dati ufficiali di Inps e ministero del Lavoro. Né si sa nulla di quanti ex percettori di reddito siano stati accompagnati in un percorso di attivazione per il lavoro. L’ultimo bollettino di Anpal è del marzo 2023.
… A proposito di Anpal Il presidente di Anpal Servizi, Massimo Temussi, ha comunicato su Linkedin – prima di comunicarlo ai dipendenti! – le sue dimissioni dalla società in house per assumere la carica di direttore generale delle Politiche Attive per il Lavoro al ministero di Via Veneto. Le dimissioni arrivano a soli dieci mesi dall’avvio dell’incarico, dopo che Temussi era subentrato a Cristina Tajani a soli otto mesi dal suo insediamento con un anomalo decreto interministeriale. Dovrebbe succedergli Paola Nicastro, già direttore generale Anpal. Nel frattempo, l’azienda è in stallo totale. Con tutto quello che ci sarebbe da fare.
Abbiamo due presidenti Il Parlamento ha dato il via libera alla nomina di Gabriele Fava e Fabrizio D’Ascenzo rispettivamente alla presidenza dell’Inps e dell’Inail. Ora si guarda ai cda e alla nomina del direttore generale dell’Inps.
Aria di crisi
Da Taranto è tutto Le società dell’indotto dell’ex Ilva da oggi fermano tutte le attività nello stabilimento, in attesa del pagamento di 120 milioni da parte di Acciaierie d’Italia. E sempre oggi avvieranno la procedura di cassa integrazione per i dipendenti delle imprese. Il governo ha convocato i sindacati per mercoledì 24 gennaio. Intanto ArcelorMittal ha inviato una lettera a Meloni dicendosi disposta a un «accordo amichevole». Approvato il decreto legge che legittima e facilita l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, ArcelorMittal e Invitalia hanno dieci giorni per trovare un accordo ed evitare il commissariamento.
Non solo Ilva La produzione industriale è calata ulteriormente dell’1,7 per cento a novembre, mentre al ministero delle Imprese sono aperti oltre sessanta tavoli di crisi. Ci sono più 300mila posti di lavoro in bilico. E la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente con il blocco del traffico nel canale di Suez a causa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. Intanto si muove qualcosa per Wartsila.
Si vende Il governo deve incassare 20 miliardi in tre anni dalle privatizzazioni delle società in mano allo Stato, solo per mantenere stabile il debito. Si è parlato di Eni e Poste. Il ministro Giorgetti ha preferito definirla «razionalizzazione del patrimonio delle partecipate».
Trattori in città Non solo in Germania, Francia e Romania. Anche in Italia gli agricoltori stanno protestando da giorni contro le politiche europee, l’aumento del gasolio e delle materie prime.
I primi dell’anno Domani scioperano i taxi a Roma. Mercoledì 24 gennaio è previsto lo sciopero dei lavoratori del settore del trasporto pubblico. Il 12 febbraio incrocia le braccia il personale ferroviario.
Cose di lavoro
Renzinomics Non è illegittima la disciplina dei licenziamenti collettivi prevista dal Jobs Act. A stabilirlo è la Corte costituzionale che, con una sentenza depositata oggi, ha dichiarato «non fondate» le questioni di legittimità costituzionale sollevate sugli articoli 3 e 10 del decreto legislativo 23/2015. Ovvero quel decreto che, attuando il Jobs Act, ha introdotto il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Uffici dimezzati Nel 2023 gli investimenti immobiliari nel settore uffici in Italia e in Europa sono crollati del 74 per cento, a causa del lavoro agile che riduce le attività in presenza. E così, da Unicredit a Bnp Pribas, si subaffittano gli spazi vuoti.
Dentro la borsa La società Alviero Martini è stata posta in amministrazione giudiziaria dal Tribunale di Milano dopo un’inchiesta che avrebbe accertato fenomeni di sfruttamento lavorativo avvenuti in stabilimenti clandestini in cui erano impiegati operai di origine cinese irregolari e sottopagati.
Gli spazzini del Web Un tribunale spagnolo ha stabilito che la salute mentale di un ex moderatore di Facebook in subappalto è stata danneggiata dal suo lavoro di revisione dei contenuti violenti, riconoscendogli un risarcimento.
Venerdì al mare Anche la Repubblica Dominicana da febbraio si prepara a sperimentare la settimana corta di quattro giorni a parità di stipendio in un progetto pilota volontario di sei mesi.
Lavorare col Papa Si assume in Vaticano. La Santa Sede ha aperto nuove posizioni a tempo indeterminato e determinato di un anno, ma rinnovabile.
Cose della settimana
- Mercoledì 24 gennaio è prevista l’audizione della ministra Marina Calderone nella commissione d’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori in Italia. Nello stesso giorno, ci sarà l’incontro con i sindacati dell’indotto dell’ex Ilva.
- Giovedì 25 gennaio è attesa la decisione sui tassi da parte della Bce. Quasi contemporaneamente, verranno fornite le stime sul Pil americano nel quarto trimestre 2023.
L’ANGOLO DEL GIUSLAVORISTA
45 anni dopo Il 24 gennaio del 1979 le Brigate Rosse uccidevano Guido Rossa, operaio dell’Italsider iscritto al Partito comunista e dirigente sindacale della Cgil. Aveva denunciato un collega che distribuiva volantini delle Brigate Rosse in azienda. Da allora – racconta Labour Weekly – gli operai presero definitivamente le distanze dai terroristi.
LA STORIA
Sfida alla soia I lupini si stanno facendo largo come competitor della soia nel mercato mondiale delle proteine vegetali. In Italia si prova a costruire una nuova filiera che coinvolge grandi e piccoli marchi, sperimentando nuovi prodotti alimentari. E nel laboratorio del Crea di Lodi hanno registrato la varietà Arsenio, dal nome del ladro Lupin.
IL FILM
Avete visto “Perfect Days” di Wim Wenders? Il protagonista è un efficientissimo addetto alla pulizia dei bellissimi bagni pubblici di Tokyo. E in due ore smonta tutti i discorsi triti e ritriti sentiti sul lavoro negli ultimi anni.
Per oggi è tutto.
Buona settimana,
Lidia Baratta
Per segnalazioni, integrazioni, critiche e commenti, si può scrivere a [email protected]