Programmare una vacanza in Valtellina è una buona idea per tanti motivi. La soggettività dei gusti e delle preferenze rende impossibile stilarne una graduatoria, ma di certo per chi ama il buon mangiare questa valle sita tra Alpi Retiche e Alpi Orobie non manca di offrire specialità gastronomiche tali da meritare un viaggio.
Tanto per cominciare stuzzicando l’appetito, Bitto Dop e Valtellina Casera Dop sono formaggi molto amati e la complementarietà stagionale della loro produzione rende onore al lavoro dei casari valtellinesi sia d’estate che d’inverno. Il grano saraceno, coltivazione d’elezione in questo territorio, è nobilitato in preparazioni mitologiche come polenta taragna e pizzoccheri, ma anche in ricette dolci come la bisciöla; i salumi non sono da meno, dalla celebre bresaola al meno conosciuto cotechino bianco, così come il mondo del vino, con lo Sfursat, e quello degli amari, con il Braulio.
Oltre ai momenti di goduria da trascorrere a tavola, per riempire le giornate le possibilità sono talmente tante che è quasi impossibile sperimentarle tutte in un soggiorno breve.
Si può cogliere l’occasione per partecipare ad alcuni eventi e manifestazioni tradizionali tipiche proprio della stagione più fredda. Il 31 gennaio può capitare ad esempio di imbattersi nel “L’è fo ‘l ginè”, ovvero in bambini e ragazzi (ma anche qualche adulto) che celebrano la fine del mese facendo un allegro baccano per le strade e gridando «è fóra Genarùm!» (gennaio se va). A Bormio si festeggia invece il Carnevàl di Mat (quest’anno previsto per domenica 11 febbraio), con l’elezione del Podestà dei Mat nella piazza del Kuerc, una specie di baldacchino costruito con rami e foglie, e una sfilata per le vie del centro storico guidata dagli Arlecchini, con i bambini che scortano il nuovo Podestà.
In febbraio ad Aprica la contrada S. Pietro accoglie i visitatori con una festa improntata all’accoglienza e all’ospitalità, la Festa par i Sciori: gli abitanti in costumi tradizionali reinterpretano i mestieri di un tempo e la preparazione di prodotti artigianali, offrendo vin brulé e degustazioni di piatti e bontà tipici come panvì (pane di segale con vino e zucchero), chisciöi, polenta taragna, formaggio locale, braschér (caldarroste), café da dumèga (caffè d’orzo), sciatt, oltre alla birra aprichese 1212.
A Teglio invece tra fine febbraio e inizio marzo si sollecita il risveglio della primavera con l’antico rito del “Ciamà l’erba”, accompagnato dal suono di campanelle, campanacci e corna da pecoraio il cui compito è ricordare all’erba che le mandrie stanno per tornare e che dunque è giunto il momento di far capolino nei campi.
Al di là di queste celebrazioni e rievocazioni storiche, l’inverno permette di godere ogni giorno delle centinaia di chilometri di piste da sci che si srotolano tra Livigno, Bormio, Santa Caterina Valfurva, Teglio, fino alla Val Gerola, in un panorama di boschi e neve perfetto anche per chi vuole dedicarsi a lunghe passeggiate o, ancora meglio, ciaspolate.
Lungo il cammino che collega il borgo di Fenile (1263 metri) a Pescegallo (1454 metri) si può sperimentare il “percorso dei sensi”, ovvero una serie di installazioni multisensoriali che intensificano il contatto con la natura, offrendo la possibilità di un’esperienza immersiva nei boschi e nelle peccete coperti di neve fresca. Da qui è possibile proseguire lungo “la stradina”, un sentiero che si snoda fino al rifugio Salmurano, icona della Val Gerola, dove si può pranzare con una vista panoramica e assaporare i formaggi d’alpeggio. Particolarmente affascinante e consigliata la passeggiata al chiar di luna, e volendo è anche possibile pernottare in una delle undici camere a disposizione.
Chi preferisce ammirare il paesaggio invernale restando comodamente seduto non può rinunciare a un tour con il treno del Bernina, percorrendo una tratta ferroviaria che dal 2008 è diventata patrimonio Unesco. Il viaggio inizia a Tirano e dopo un susseguirsi di viadotti, gallerie, borghi montani, fiumi, laghi, ghiacciai, boschi e distese innevate in circa tre ore giunge a St. Moritz, ma prima di salire in carrozza vale la pena visitare il piccolo paese di partenza, noto non solo per essere stazione capolinea del celebre trenino rosso, ma anche per i Chisciöi, deliziose frittelle a base di farina di grano saraceno ripiene di Valtellina Casera Dop.
Volendo rimettersi in attività, la Valle dell’Albaredo offre la possibilità di praticare sci alpinismo fino all’Alpe Piazza, splendido alpeggio immerso nel Parco delle Orobie Valtellinesi. Lungo questo percorso, che attraversa le pittoresche baite di Corte Grassa immergendosi poi in un piano erboso con vista sulla Corte Grande Valle, è possibile osservare i maggenghi, antichi luoghi dedicati alla fienagione, oggi utilizzati solamente durante la stagione estiva e durante l’inverno coperti da morbide distese di neve. Dopo aver attraversato i suggestivi maggenghi di Corte Grande e Baitridana, si arriva al rifugio Alpe Piazza, luogo ideale per chi vuole vivere l’esperienza di dormire in un alpeggio o per assaggiare un tagliere tradizionale nei luoghi di produzione del Bitto e della Mascherpa.
Se si sogna invece di trascorrere una notte in un mulino, provando una vera esperienza rurale tra stalla e vigneto, Le Case dei Baff ad Ardenno sono il posto giusto, oltre che un’occasione perfetta per assaggiare specialità locali come formaggi (tra cui il Valtellina Casera dop), salumi e vini. Gli insaccati sono preparati nel laboratorio di famiglia, gli animali sono interamente allevati e cresciuti all’interno dell’azienda agricola seguendo principi etici e di filiera corta, e tutti gli ingredienti utilizzati nel ristorante provengono da fornitori locali. Imperdibile il tagliere composto da bresaola di Grigio Alpina, pancetta, salame e lonza lardata accompagnato da un calice di Principino, il rosso di Valtellina Doc sempre di produzione propria.
Tra le altre simpatiche attività da vivere all’aria aperta può esserci ad esempio il Family Bob di Cima Piazzi “Happy Mountain”, aperto tutto l’anno: raggiunta la cima grazie a una risalita automatizzata, ci si può lanciare in tutta sicurezza in una discesa in bob su rotaia lunga seicento metri e adatta a tutta la famiglia, compresi i bimbi dai quattro anni in su. Oppure spostandosi a Livigno ci si può dedicare a escursioni in motoslitta o ice kart oppure vivere un’esperienza da favola come il dog sledding all’Husky Village di Arnoga, località della Valdidentro che è anche una delle tappe più belle e avvincenti dell’Alpirod, gara di slitte trainate da cani. L’occasione può essere utile anche per una visita alla Latteria di Livigno, dove si può bere una cioccolata calda o assaggiare il gelato artigianale seduti nella terrazza del bar con vista neve, e fare poi scorta di prodotti tipici come formaggi, burro e yogurt.
Dopo tanta fatica open air, da prevedere anche un momento relax, meglio ancora se potenziato dagli effetti benefici di alcune delle materie prime simbolo del territorio, come ad esempio il latte: ricco di proprietà emollienti e anti-invecchiamento per la cute, il siero di latte a sua volta è naturalmente ricco di proteine, minerali e vitamine, ristabilisce il grado di umidità epidermico, dona alla pelle lucentezza ed elasticità, purificandola dalle tossine. Oppure il fieno, che stimola la circolazione e aiuta nel caso di reumatismi e tensioni rinforzando il sistema immunitario.
La Fiorida, primo agriturismo d’Italia con stella Michelin e realtà riconosciuta a livello internazionale per le pratiche zootecniche green all’avanguardia, è il luogo ideale dove dedicarsi queste attenzioni: propone vari pacchetti di bagni da fare anche in coppia, come quello con il latte appena munto o con fieno della Valgerola, ma anche vino della Valtellina o al cioccolato fondente, da abbinare a tour didattici nella stalla 5 stelle lusso o a corsi sulla preparazione dei formaggi tipici valtellinesi.
Ultima ma non ultima, assolutamente da prevedere una tappa a Morbegno, la “città del formaggio”. La cittadina, che da oltre un secolo ospita la tradizionale Mostra del Bitto, vanta nel centro storico una delle sue botteghe più antiche, quella dei fratelli Ciapponi. Si tratta di un autentico tempio del Bitto dove assaggiare le diverse stagionature di un formaggio “perenne” che può invecchiare fino a dieci anni. Un modo per scoprire quanto il tempo possa influire e rendere complesso un formaggio: in base alle diverse stagionature si passa dai sentori di latte ed erbe fresche (in fase giovane) a quelli di fieno maturo e di mandorla tostata con note di nocciola con il passare degli anni. Merita una visita culturale anche il retrobottega, che nasconde un susseguirsi di volte, colonne e celle ad alveare che si snodano nelle antiche cantine, ospitando prelibatezze di ogni genere e vini importanti.
Altra perla della cittadina è Palazzo Malacrida: dal Settecento si erge nel cuore di Scimicà, antica contrada che si sviluppa tutta in verticale e a ridosso della montagna, e un recente restauro ha riportato a splendore gli stucchi e gli affreschi di questo ricco esempio di arte rococò. Si può concludere la gita con una visita alla Latteria Sociale della Valtellina, dove ammirare gli antichi strumenti in legno e rame usati un tempo per la preparazione dei formaggi, e fare ancora un po’ di scorta di prodotti caseari.