Allegorici, spigolosi e molto colorati. Si presentano così i personaggi disegnati dal pittore e incisore Leo Maillet (1902-1990), che illustrano tredici racconti dello scrittore boemo Franz Kafka (1883-1924). L’inizio di questo sodalizio illustrativo è singolare, perché avviene per caso tra un mucchio di altri libri.
Nel volume “Un incrocio, racconti scelti e illustrati da Leo Maillet”, infatti, l’incisore racconta: «Liberato dall’internamento, mentre nel 1944 cercavo lastre di rame a Basilea, in un centro di raccolta di roba vecchia trovai alcuni libricini. Poiché avevo perduto la mia biblioteca, ero particolarmente curioso. Ne presi uno, lo sfogliai e lessi: “Ho uno strano animale, metà gattino, metà agnello”. Avevo perduto i miei gatti e avevo fatto il pastore di agnelli nelle Cévennes. E adesso uno veniva a dirmi di avere ricevuto in eredità qualcosa che era un gatto e un agnello insieme – che strano! Lessi ancora: Franz Kafka, Un incrocio. Questa doppia creatura balzò dalla sua fantasia nella mia e subito sulla carta, e in seguito su sei lastre di rame».
«Da allora – prosegue Maillet – leggo quasi solo Kafka – incomprensibile per la maggior parte delle persone. E si può anche capire, perché i suoi romanzi sono litanie interminabili e angosciose. I racconti brevi invece ti affascinano, sono ribaltamenti umoristici… di fatti che in realtà producono un nuovo messaggio e sollecitano di riflesso una rielaborazione…».
Maillet, infatti, si sente vicino al pensiero kafkiano, soprattutto quando lo scrittore infonde le sue prose di un sentimento d’angoscia quando si approccia a temi crudi, come per esempio quello delle persecuzioni, argomento caro all’incisore che ha vissuto sulla propria pelle le atrocità della Seconda guerra mondiale. Leo Maillet, infatti, nasce a Francoforte come Leopold Mayer, nome che sarà costretto a cambiare per sfuggire all’internamento nel campo di concentramento di Auschwitz.
Tra i tanti punti che accomunano i due creativi, poi, c’è proprio il disegno. Un aspetto poco conosciuto di Kafka, infatti, sono le sue produzioni grafiche che realizza nel corso della sua vita e che la casa editrice Adelphi ha raccolto e pubblicato nel libro “I disegni di Kafka”. A caratterizzare le illustrazioni di un inedito Kafka disegnatore è il tratto infantile e non figurativo che rispecchia l’essenza delle sue prose, ossia quel senso di incertezza e il disagio proprio dell’uomo moderno.
Questo approccio stilistico viene adottato anche dallo stesso Maillet, i cui disegni – che sono una riproduzione delle sue incisioni – sono contraddistinti da tratti esasperati e taglienti, linee calcate e spigolose che, quindi, riescono a esaltare l’“allegorismo vuoto” tipico degli scritti di Kafka.
Il libro “Un incrocio, racconti scelti e illustrati da Leo Maillet”di Franz Kafka, oltre a riproduzioni e incisioni, si completa anche della nota introduttiva del filosofo italiano Giorgio Agamben, a cui si aggiunge la postfazione sull’artista di Barbara Paltenghi Malacrida, direttrice del Museo d’arte Mendrisio. La traduzione, invece, è stata curata da Gabriella de’ Grandi.