Se avete sentito parlare della PlayStation 5 (Ps5) Pro, sarà probabilmente per il prezzo. In Europa è stato fissato a ottocento euro, ai quali aggiungere eventualmente centoventi euro di lettore disco e trenta di base per stabilizzare la console in posizione verticale. Un salasso, almeno per il giocatore medio. Per i dettagli tecnici di quello che viene definito aggiornamento di metà generazione, rimandiamo alla presentazione ufficiale dell’ingegnere capo Mike Cerny (nel video qui sotto) e all’unico test comparso online nelle ore successive all’annuncio, ovvero quello di Cnet.
Qui ci limiteremo a dire che la Ps5 Pro promette prestazioni del quarantacinque per cento superiori rispetto al modello base. Dovrebbe far girare i giochi con un’elevata qualità grafica e un elevato tasso di frame rate. Sulla Ps5, la scelta è tra alta risoluzione e fluidità. La nuova console vuole eliminare questo dilemma, offrendo entrambe. Tuttavia si tratta di una delle PlayStation più care di sempre, e il giornalista Stephen Totilo l’ha definita la console «più premium» di tutti i tempi.
Il dibattito sulla Ps5 Pro, in uscita il prossimo sette novembre, è iniziato da qualche giorno e a questo punto più o meno tutti hanno realizzato che è indirizzata ai fan più assidui, una parte dei quali avrebbe acquistato la console anche se fosse costata molto di più. Quella della casa giapponese è ovviamente una decisione sensata e non esiste persona sui social che abbia in mano la stessa mole di informazioni e numeri di Sony. A tal proposito, GameIndustry.biz ha sottolineato che, nel Regno Unito, il secondo l’accessorio più di successo del 2024, da un punto di vista finanziario, è stato un pad. Si tratta del DualSense Edge di PlayStation. Costo? Duecento sterline.
Questi ottocento euro sul cartellino sono stati motivati dicendo che Sony è più concentrata sui margini di guadagno di quanto non fosse al tempo in cui vendeva le Ps5 in perdita; è stato anche detto che il prezzo dipende dall’inflazione, ma questo discorso deve confrontarsi con il potere di acquisto dei consumatori (e non sempre l’aumento del costo della vita è proporzionato alla crescita dei salari, anzi). La terza ragione è che la console di nona generazione e mezzo non ha rivali: Microsoft non ha annunciato nulla di simile sul fronte Xbox, almeno per il momento, e questo concede più margine a PlayStation. Qualunque sia la strategia, i fatti non cambiano: Sony ha deciso di rifornire un segmento a elevata capacità o disponibilità alla spesa. In altre parole, ha deciso di spremere i fan hardcore.
Per chi è videogiocatore da un po’, l’emersione di una «fascia alta» è un fenomeno relativamente nuovo nel mondo console. Soltanto una generazione fa, Ps4 Pro costava 400 euro al lancio e offriva un buon motivo per effettuare l’upgrade: la risoluzione in 4K. Un hardware innovativo a un prezzo accettabile fu il tentativo di tirare a bordo chi ancora non aveva fatto il salto generazionale. Ma Sony non sembra più interessata a far cambiare idea a chi gioca su una Ps4. Di certo capiterà ancora che lo stesso titolo esca su PlayStation 4, PlayStation 5 e PlayStation 5 Pro. E non c’è da dimenticare che i motivi di un mancato upgrade non sono soltanto di natura economica, ma dipendono dalla percezione diffusa di una generazione di console che non ha lasciato tracce importanti (ne parlavamo qui). Le ragioni sono insomma diverse, eppure il frazionamento degli utilizzatori di PlayStation ricorda quello delle nostre società disuguali, quando si tratta di ripartizione della ricchezza. Tra chi continuerà a utilizzare Ps4 e i futuri possessori di Ps5 Pro ci sarà un divario di una generazione e mezzo. Ma tutti saranno attivi nello stesso momento.
Quando un mercato si regge sui consumatori più ricchi o affezionati si ha spesso l’impressione che l’azienda offra qualcosa di cui non si ha veramente bisogno. Sembra che l’estrazione di valore, se i clienti comprano tutto a prescindere, possa fare a meno di un buon motivo. E un «buon motivo» sarebbe (e a questo punto parafrasiamo un articolo di Eurogamer) risolvere un problema veramente interessante per gli sviluppatori, oppure ampliare il pubblico di un’industria in crisi che sta perdendo talenti . Non sembra il caso di Ps5 Pro, che, come hanno notato alcuni utenti su X, promette miglioramenti per videogiochi usciti nella scorsa generazione. Miglioramenti che, secondo altri, sarebbero davvero difficili da notare (a patto di avere la costosa componentistica necessaria). Se Ps5 Pro ha senso da un punto di vista aziendale, non lo ha per alcuni videogiocatori appassionati, specialmente se interessati alle sorti del settore del gaming. Per loro, PlayStation 5 Pro è già un’occasione persa.