Labour WeeklyI quattro quesiti del referendum sul lavoro voluto dalla Cgil

La data del voto deve essere ancora definita, ma sarà una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno. Ecco un utile ripassino, più un voto per ciascun quesito

(Unsplash)

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili i quattro referendum abrogativi promossi lo scorso anno dalla Cgil. La data del voto deve essere ancora definita, ma sarà una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno. I quesiti sono stati già esaminati all’interno di Labour Weekly. Considerato il via libera della Corte Costituzionale, può comunque essere utile fare un ripassino e dare i voti alle iniziative referendarie senza troppe pretese di serietà.

Il primo quesito su cui saremo chiamati a esprimerci riguarda l’abrogazione integrale del cosiddetto contratto a tutele crescenti per ritornare all’applicazione generalizzata dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. La volontà di garantire a tutti i dipendenti delle medie e grandi imprese la reintegra in caso di licenziamento illegittimo si scontra, tra l’altro, con la formulazione attuale dell’articolo 18 riformato dal governo Monti nel 2012. Quesito ideologico che rischia di avere effetti concreti molto più limitati rispetto a quanto decantato, voto 5. Sopravvalutato.

Il secondo quesito promosso dalla Cgil si pone l’obiettivo di rafforzare le tutele dei dipendenti delle piccole imprese in caso di licenziamento illegittimo. In caso di successo, sarà abrogata la norma che stabilisce il tetto massimo dell’indennità che può essere riconosciuta ai lavoratori, con un notevole aumento della discrezionalità della magistratura. La proposta non elimina comunque la disparità di trattamento con i dipendenti delle grandi aziende e genera incertezza per i contenziosi futuri, voto 6. Aleatorio. 

Il terzo quesito della campagna referendaria vuole ridurre la possibilità di instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato limitandoli a ipotesi specifiche. Aumentare la rigidità dei rapporti a termine fa aumentare di pari passo anche il contenzioso davanti ai Tribunali. I dipendenti avrebbero maggiori possibilità di ottenere la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro con un contestuale incremento della confusione sotto il cielo delle aule di giustizia italiane, voto 6.  Caotico.

Il quarto e ultimo quesito ruota attorno al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. La proposta vuole ampliare la responsabilità dell’azienda che ha commissionato dei lavori in caso di infortunio o malattia professionale dei dipendenti che eseguono le opere richieste. Un irrigidimento della normativa che può trovare giustificazione nell’intollerabile numero di tragedie sul lavoro che siamo tristemente abituati ad ascoltare, voto 7,5. Prudente.

*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti ogni settimana. Qui per iscriversi

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