La plastica resiste ancora. Nonostante la direttiva europea 2019/904 del novembre 2018 abbia messo al bando alcuni prodotti monouso a partire dal 2021, il coronavirus rischia di far saltare il banco. Infatti, all’interno del settore turistico e della ristorazione collettiva bottiglie in Pet e preconfezionati vengono preferiti a borracce e prodotti sfusi, considerati meno igienici.
La difesa dell’ambiente sembra quasi essere passata in secondo piano, ma a questa battaglia non si sottrae un’azienda come General Beverage, leader nella distribuzione sostenibile di cibo e bevande, che da vent’anni cerca di eliminare la plastica dagli apparecchi di distribuzione automatica. Presente sia in Italia sia in Francia, l’azienda ha ottenuto nel corso degli anni diversi premi.
«Continueremo a impegnarci per l’ambiente, il Covid-19 non ci ha fermato», rassicura Giovanni Varoli, ceo di General Beverage. «Nonostante un calo del volume di affari sia ad aprile che a maggio, stiamo cercando di trovare nuove maniere per rendere sicure le nostre macchine. Purtroppo, la pandemia da coronavirus ha riportato in auge i prodotti monouso e le bottiglie in PET, ritenute più sicure.
Il nostro impegno è quello di far capire ai nostri clienti che i cibi e le bevande sfusi presenti nelle nostre macchine non subiscono nessun passaggio manuale ma sono prodotte e distribuite da sistemi automatizzati che rendono il passaggio semplice, veloce e sicuro. Per questo stiamo perfezionando alcuni brevetti che rendano i nostri apparecchi contactless ed evitino al cliente qualsiasi tipo di interazione fisica con la macchina».
Un impegno importante per l’azienda, che così cerca di garantire la sicurezza degli utenti, mantenendo intatto il suo principio cardine. «Non dobbiamo arrenderci al ritorno della plastica, a chi crede che sia più sicura del prodotto sfuso. Per questa ragione è necessario garantire ogni possibile precauzione per coloro che utilizzano i nostri apparecchi e abbiamo previsto di sistemare accanto a ognuna un distributore di gel igienizzante».
Anche durante la pandemia, General Beverage non si è mai fermata. «Nella nostra azienda c’è stata pochissima cassa integrazione, perché dovevamo garantire che le nostre 22mila macchine in tutta Italia continuassero a funzionare, specie quelle presenti nell’ambito sanitario, come ospedali e case di riposo. Prima della pandemia il nostro obiettivo era raggiungere i 50 milioni di euro di fatturato, ma adesso sarà difficile centrarlo. Eppure, non ci arrendiamo, l’abolizione della plastica da mense e uffici resta il nostro obiettivo».
*In collaborazione con il Forum Compraverde-Buy Green