Casino RoyaleScandali, spese pazze e critiche. Essere un reale in Europa non è mai stato così difficile

Dai fondi offshore di provenienza saudita di Juan Carlos di Spagna alle proteste in Danimarca contro il principe Joachim che percepisce una rendita di 725mila euro senza far nulla, fino riconoscimento della figlia illegittima da parte di Alberto II in Belgio

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Fondi offshore, rendite pubbliche mal spese, amicizie scomode. La vita dei reali europei anche nell’ultimo periodo è stata ricca di scandali che li hanno posti al centro della scena pubblica nei rispettivi Paesi. A oggi sono 12 i Paesi del Continente europeo governati da reali o prìncipi, che regnano su poco più di 164 milioni di cittadini. 

Spagna
In casa Borbone a destare preoccupazione è soprattutto la figura di re Juan Carlos. Il vecchio re, che ha lasciato la corona a suo figlio Felipe nel 2014, sta causando più di qualche fonte di imbarazzo all’interno delle istituzioni politiche spagnole e della stessa casa reale. L’ultima questione in ordine di tempo riguarda i fondi offshore di provenienza saudita. Dallo scorso marzo re Felipe VI è stato costretto a togliere la rendita annuale a suo padre e a dichiarare pubblicamente che avrebbe rinunciato a ereditare un fondo da 87 milioni di euro, istituito nel 2008 con denaro proveniente dalla casa reale dei Sauditi.

Secondo i giudici, il re avrebbe attinto da questo fondo tra il 2008 e il 2012 per pagare alcune spese reali e sempre da qui sarebbe partito un assegno da 56 milioni di euro all’ex amante Corinna Larsen. Il caso è ora al vaglio dei giudici in Svizzera, a cui potrebbe presto aggiungersi una nuova causa in Regno Unito sulle intimidazioni ricevute dalla stessa Larsen una volta uscito fuori lo scandalo.

In più a giugno la Corte suprema spagnola ha aperto un procedimento sul ruolo svolto da Juan Carlos nella commessa miliardaria saudita di 6,7 miliardi di euro ottenuta da un consorzio spagnolo per costruire una rete ferroviaria ad alta velocità tra le città di Medina e La Mecca.

Un problema che sta diventando soprattutto di natura politica come ha rivelato il Guardian. In Spagna il re è un simbolo dello Stato, una figura in cui l’aspetto pubblico e privato sono inscindibili. Lo sancisce la stessa Costituzione spagnola del 1978 che definisce la figura del re come inviolabile e non responsabile delle sue azioni. Per questo il governo di Pedro Sanchez sta cercando di separare la figura di re Felipe VI da quella di suo padre: un’operazione molto delicata soprattutto adesso, visto che la questione catalana non è ancora del tutto sopita.

Danimarca
A Copenaghen l’opinione pubblica ha messo nel mirino l’appannaggio reale di cui gode il principe Joachim, secondogenito della regina Margrethe II e difatti escluso dalla successione al trono che spetterà al fratello Frederik. Nominato attaché dell’ambasciata danese a Parigi, il principe percepisce una rendita di 725 mila euro senza svolgere alcun incarico di rappresentanza reale. Per questo molti danesi credono andrebbe ridotta, specie considerando il grande lavoro che invece svolge ogni giorno la coppia formata dal principe Frederik e da Mary. Il rapporto tra le due coppie, infatti, non è dei migliori. 

Svezia
Come in Danimarca anche in Svezia l’opinione pubblica guarda con attenzione ai contributi e alle spese dei Bernadotte, i reali svedesi. Per questa ragione alcuni mesi fa re Carlo Gustavo XVI di Svezia ha deciso di “sfoltire” la famiglia, che oggi conta tre figli e sette nipoti e ha tolto il titolo ufficiale di “Sua Altezza” ad alcuni suoi nipoti, più precisamente i figli della principessa Madeleine e quelli del principe Carlo Filippo, bambini tra gli 1 e i 5 anni che non sono coinvolti nella successione dinastica della famiglia e non saranno più coinvolti nei doveri di corte.

Un taglio che porterà un cospicuo risparmio per le tasche dei contribuenti svedesi, che oggi pagano oltre 12 milioni di euro per mantenere la famiglia reale. Un sondaggio però ha rivelato che il 55% degli svedesi si sente ancora pienamente rappresentato dalla monarchia, un consenso mai intaccato nemmeno dai peggiori scandali come quelli riguardanti re Carlo Gustavo XVI, reo in gioventù di aver frequentato ragazze promettendo loro di aiutarle nelle loro carriere.

Belgio
L’ultimo periodo nella casa reale belga dei Sassonia-Coburgo-Gotha non è stato dei più semplici. A farla da padrone è stato soprattutto il movimento Black Lives Matter che, nelle scorse settimane, ha messo nel mirino le statue di uno dei personaggi simbolo della casata, il controverso re Leopoldo II del Belgio, macchiatosi di orrendi crimini contro l’umanità nella colonia belga del Congo durante il periodo coloniale. Una sollevazione popolare che ha costretto la corona a pubbliche scuse, un evento unico.

Altrettanto particolari però sono le storie che hanno turbato la corona belga nell’ultimo periodo, soprattutto il riconoscimento da parte di Alberto II, padre dell’attuale re Filippo, della figlia illegittima Delphine Boël, nata durante una relazione extraconiugale Durante il lockdown si è aggiunto il caso del principe Joachim, nipote di Filippo e nono in linea di successione al trono, risultato positivo al coronavirus dopo un viaggio in Spagna, dove ha partecipato a una festa, e costretto alle scuse.

Paesi Bassi
Anche la sobria casa reale degli Orange presenta qualche scheletro nell’armadio. È infatti emerso che anche i regnanti olandesi si siano avvalsi del lavoro forzato di alcune suore. Diciannove donne hanno intentato una causa contro un monastero e l’ordine delle Suore del Buon Pastore che, secondo le accuse, le avrebbero costrette ai lavori forzati con intimidazioni e abusi tra il 1951 e il 1979.

Sarebbe coinvolta anche la casa reale olandese in quel periodo retta dalla regina Giuliana, nonna dell’attuale sovrano Guglielmo Alessandro. Secondo la testimonianza di una delle suore, questo lavoro includeva il cucito per il corredo di lino della principessa Margriet e il bucato della famiglia reale. Un problema che il governo olandese ha cercato di risolvere riconoscendo il ruolo svolte da queste donne e offrendo a ciascuna di loro la somma di 5mila euro. 

Regno Unito
Il periodo di lockdown è stato particolarmente sereno in casa Windsor sebbene i tabloid britannici non abbiano smesso di parlare della casa reale, come da tradizione. Un grande spazio nelle loro prime pagine lo ha occupato la storia dell’amicizia tra il duca di York, il principe Andrea, secondogenito di Elisabetta e ottavo in linea di successione al trono, e Jeffrey Epstein, finanziere statunitense arrestato per abusi sessuali e traffico di minorenni e morto suicida in carcere nell’agosto 2019.

Nonostante la scomparsa di Epstein la giustizia americana sta ancora cercando di ricostruire l’intera faccenda e da tempo continua a chiedere al principe di collaborare, per poter così ricostruire l’intera vicenda. Il principe ha sempre negato di aver avuto un qualsiasi tipo di legame con i traffici sospetti di Epstein, anche se alcuni testimoni affermano che Epstein avrebbe combinato diversi appuntamenti tra alcune ragazze e il principe. Un aspetto su cui la giustizia americana dovrà chiarire.

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