Dall’ultimo giorno d’estate a oggi, lo spazio pubblico di Milano ha vissuto piccoli e grandi cambiamenti, tutti positivi e incoraggianti nell’ottica di una città a misura di persona e meno dipendente dall’automobile privata. L’evento di punta è stato quello di sabato 12 ottobre, primo giorno di apertura completa della linea M4 che collega l’aeroporto di Linate (zona Est) a San Cristoforo (zona Ovest), passando per il centro storico. L’inaugurazione di una metropolitana è sempre una bella notizia per l’ambiente e la progettazione urbana, perché un mezzo di trasporto pubblico sotterraneo così efficiente e capillare può dare l’impulso a tanti interventi virtuosi in superficie.
Non è tutto. Nei giorni precedenti, più precisamente dal 22 settembre al 5 ottobre, sono nate sette piazze scolastiche, per un totale di settemila metri quadri tolti alle automobili e resi pedonali grazie all’urbanistica tattica. Queste novità, fondamentali per rendere più sicuri gli spazi adiacenti alle scuole e cambiare i volti dei quartieri, fanno parte di Milano Futura Ora, il nuovo piano del Comune e della rete C40 Cities «per la cura dello spazio pubblico e la mobilità». Presentato a maggio e promosso dalla task force per la Sicurezza stradale e la Mobilità attiva coordinata dal consigliere comunale Marco Mazzei (Lista Sala), il progetto è definitivamente entrato nel vivo anche grazie a una nuova campagna di sensibilizzazione prodotta con la direzione creativa dello studio Leftloft.
“Più spazio per pedalare”, “più spazio per i mezzi”, “più spazio per viaggiare”, “più spazio per camminare”, “più spazio per fiorire”. Sono questi i claim che dalla giornata di ieri, lunedì 14 ottobre, stanno animando diversi luoghi pubblici del capoluogo lombardo, come le pensiline dei mezzi di superficie. Fino alle prossime elezioni comunali, che dovrebbero tenersi nella prima metà del 2027, Milano Futura Ora propone di riunire sotto un unico cappello una serie di interventi – anche di stampo urbanistico, come l’allargamento dei marciapiedi – mirati a riequilibrare i rapporti di forza all’interno dello spazio pubblico.
Secondo Caterina Sarfatti, amministratrice delegata per l’Inclusione e la Leadership globale di C40, una rete globale di quasi cento metropoli impegnate nella lotta al climate change, «il cambiamento all’interno delle città è complesso da gestire, e Milano è un esempio tangibile. Da una parte ci sono i giovani e i membri della società civile che pretendono un’azione più veloce e sistemica, dall’altra c’è una grande fetta di popolazione che auspica un passo indietro della città in termini di mobilità sostenibile e politiche per lo spazio pubblico. Spesso i Comuni si trovano a metà tra questi due fronti, che sono più in conflitto rispetto a prima. Dialogando con il sindaco e l’amministrazione, abbiamo capito che c’era bisogno di informare meglio su quello che stava facendo il Comune di Milano, promuovendo una cornice di riferimento che unisse i puntini tra i vari interventi».
Partendo dal filone delle scuole, il piano vuole rilanciare il programma “Piazze Aperte”, inaugurandone dieci entro la fine dell’anno (sette sono arrivate tra il 22 settembre e il 5 ottobre) e altre settantacinque entro la fine del secondo mandato del sindaco Beppe Sala. Sempre entro la fine del 2024, il Comune punta a realizzare cento strade con il limite di velocità a trenta chilometri orari fuori dalle scuole, in linea con le regole della direttiva del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sulle Città 30. Al momento sono state implementate le misure relative alla segnaletica, ma nei prossimi mesi il Comune promuoverà ulteriori interventi per ridurre concretamente il traffico veicolare.
Tra questi, in teoria, ci sono i cosiddetti “cuscini berlinesi”, dossi stradali quadrati o rettangolari che non occupano tutta la larghezza della carreggiata, popolarissimi nelle città europee e americane ma inesistenti nel nostro codice della strada. Serve, quindi, attuare una sperimentazione: un’impresa non facile, considerando la deriva autoritaria del ministro Salvini sui temi della mobilità. «La prima richiesta di autorizzazione al ministero risale al mese di luglio e riguarda sette installazioni sperimentali. Al momento non abbiamo avuto risposte. Il primo sollecito, inviato più o meno a metà settembre, è rimasto inevaso. Settimana scorsa è partito il secondo sollecito», racconta a Linkiesta il consigliere comunale Marco Mazzei.
«Senza un’autorizzazione non si può pensare di partire con una sperimentazione. Questo tema rientra nel grande calderone delle questioni aperte tra Comune e ministero dei Trasporti: Ztl, autovelox, Zone 30, cartelli sul ponte della Ghisolfa e ora i cuscini berlinesi», continua Mazzei. Un altro punto chiave del piano, finora esente da diatribe con il governo, riguarda i “Nuovi incroci milanesi”, finalizzati a una città finalmente più camminabile.
Gli incroci avranno quattro attraversamenti pedonali anziché tre, consentendo alle persone a piedi di attraversare in qualsiasi direzione (anche in diagonale) in un solo ciclo semaforico. In futuro, queste aree saranno contraddistinte da spazi di sosta per bici, monopattini e moto posizionati sulla carreggiata, di fianco alle strisce pedonali, così da incrementare la visibilità degli utenti più vulnerabili: «L’iniziativa, in partenza a fine 2024, prevede la riorganizzazione di diversi incroci critici, poi l’estensione progressiva a tutti», si legge sul sito del piano del Comune e di C40 Cities.
A fine novembre, Milano Futura Ora attiverà un percorso partecipato tra cittadini e Municipi per elaborare un piano per la pedonalità (Pediplan) e la ciclabilità (Biciplan). La campagna, sottolinea Caterina Sarfatti, ha importanti «elementi di informazione e sensibilizzazione, ma ha anche un grosso pilastro di formazione e coinvolgimento degli stakeholder». Dai percorsi più sicuri alla segnaletica, dalla protezione dei pedoni alla riduzione dei furti delle bici (esperienza capitata quasi a un milanese su dieci, stando a uno studio di Outofthelab): i due documenti appena menzionati puntano a migliorare radicalmente l’esperienza di chi cammina e pedala, colmando i temi finora contraddistinti da vuoti normativi o informazioni poco chiare. «Il Biciplan è il materiale più importante e sta prendendo una piega migliore rispetto alle mie aspettative. Era la parte più ostica, ma sono molto ottimista», commenta Mazzei.
Gli argomenti toccati da Milano Futura Ora non finiscono qui. Collaborazioni con le aziende per incentivare la logistica sostenibile, nuove pedonalizzazioni in vista dei Giochi invernali del 2026, il rafforzamento di BikeMi (il bike sharing del Comune gestito da Atm), depavimentazioni per ogni municipio, nuovi spazi verdi nei cortili delle scuole e molto altro: «Rispetto a quello che avevamo detto, non c’è niente che si è fermato», dice Marco Mazzei. Ultime, ma non meno rilevanti, le Accademie della Strada Condivisa: «È un progetto che lanceremo a novembre per puntare a momenti di socializzazione tra tutti gli attori che vivono la strada. Il nostro obiettivo è arrivare a una visione condivisa della strada e dello spazio pubblico», conclude Sarfatti.