I giornali non si festeggiano, si fanno ogni giorno. Ecco perché a un anno esatto dal primo articolo di Europea (e del minisito gemello Gastronomika) vogliamo dirvi cosa faremo, prima di raccontarvi cosa abbiamo fatto finora.
Presto vedrete Linkiesta Europea partecipare a un nuovo progetto editoriale con Babel International e altri otto mass media europei tra cui il francese Street Press, lo spagnolo El Salto Diario, l’austriaco Metropole e il polacco Outriders. Produrremo video, podcast ed eventi live rivolti agli under 30, ma validi per tutti. Ancora non possiamo svelare la data, ma possiamo già dirvi che siamo andati oltre il nostro seminato, sperimentando nuovi linguaggi.
Evitare di trastullarci sul primo compleanno non è solo scaramanzia. Certo, poteva capitarci una data migliore: il 14 aprile è il giorno in cui nel 1865 fu assassinato Abraham Lincoln da John Wilkes Booth, in cui nel 1912 il Titanic ha colpito l’iceberg che l’ha fatto affondare. E di questi tempi un anno fa, era appena iniziata la pandemia del secolo. Siamo ottimisti: può andare solo meglio.
Non ci interessano i riflettori per un giorno degli addetti ai lavori. Preferiamo scomparire ogni mattina facendoci leggere con la stessa facilità con cui si desidera, consuma e dimentica un caffè. Insomma, necessari a far partire le vostre giornate, senza l’ansia di parlarci addosso.
Chi ci legge lo sa. Da un anno il nostro obiettivo è rimasto lo stesso: aprire la finestra del giornalismo italiano autoreferenziale, per far entrare un po’ di aria Europea. Pubblichiamo storie che per molti media sono delle brevine o riportiamo il tema del giorno cercando sempre un punto di vista originale per darvi qualcosa in più di ciò che avete già letto. Che sia nell’edizione online o nei nostri dorsi sui numeri cartacei di Linkiesta Paper.
Lo abbiamo fatto trattando quasi ogni settimana le proteste in Polonia, Bielorussia e Ungheria contro le democrature d’Europa, con interviste alle protagoniste, reportage e articoli di approfondimento per far capire il contesto. E quando i riflettori si sono spenti, Linkiesta Europa non ha smesso di parlarne, dedicando alle manifestanti il premio “Donna Europea dell’anno 2020”. Così come continueremo a scrivere dei rifugiati ignorati al confine tra Croazia e Bosnia.
In questi mesi abbiamo goduto nel semplificare il lavoro complesso delle istituzioni europee, spiegando le tribù politiche del Consiglio europeo, la differenza tra il Recovery fund e il NextGenerationEu, cos’è il Pepp, il Mes, la Bei, lo Sure e altri animali fantastici del gergo Ue
Ogni mese vi raccontiamo le iniziative più interessanti organizzate dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia. Così come vi semplifichiamo i temi della sessione plenaria del Parlamento europeo, cercando le risoluzioni, le relazioni, gli interventi in Aula e i voti più interessanti che cambiano senza clamore il destino dei cittadini europei. Lo abbiamo fatto anche con il podcast l’Europa è donna, raccontando in tre puntate il lavoro delle eurodeputate italiane a favore della parità di genere.
A dire il vero con i podcast ci abbiamo preso subito gusto, realizzando con l’agenzia francese Bulle Media Oltre l’Europa, un mini ciclo di sei puntate in cui abbiamo raccontato come si sono create le fratture politiche, sociali e culturali che dividono gli Stati europei. Personaggi, eventi e numeri per capire i fenomeni oltre la cronaca e i luoghi comuni. Il podcast è piaciuto così tanto da ricevere il Trust Prize di Stars4media come progetto che ha contribuito più di ogni altro a stimolare fiducia e comprensione sull’Europa.
In questi mesi abbiamo lanciato tante rubriche, intervistando gli scrittori d’Europa, recensendo i migliori film girati nelle capitali, consigliando le migliori serie tv europee da vedere. Scendiamo spesso nell’archivio di Eurostat per pescare le grafiche più accattivanti, come questa sulle foreste.
Ci piace anche la geopolitica, parliamo spesso dell’Europa centro-orientale, o di cosa accade nel Mediterraneo tra Grecia e Turchia e nelle principali capitali europee. Dall’Irlanda alla Spagna, dai Paesi Bassi alla Finlandia. Siamo fieri di collaborare con l’Osservatorio Balcani Caucaso per far luce sulle vicende di nazioni di cui si parla troppo poco e di condividere gli approfondimenti dello European data journalism network e di Kater, per guardare alla Germania con occhi diversi.
Ci piace l’idea di essere diventati un’arena dove poter far dialogare le idee. Come quelle del progetto Biennio europeo 21-22 dell’associazione Erasmo, o l’opinione federalista di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo. Anche oggi Sandro Gozi scrive su queste pagine perché l’asse Mario Draghi-Emmanuel Macron può rilanciare l’Europa.
Abbiamo anche pubblicato nel 2020 una newsletter per raccontare con domande e risposte il fatto europeo più discusso della settimana. Ci avete scritto in tanti per farla ripartire dopo un periodo di prova. Lo faremo, da questa settimana.
Se siete arrivati fino a questo punto o siete addetti ai lavori o affezionati lettori oppure curiosi di sapere come finirà. Semplice: non finirà, se lo vorrete voi. Ogni giorno.
Buona lettura con la homepage di oggi.