Da 10 mila anni l’uomo alleva e mangia gli animali eppure da almeno vent’anni numerose ricerche concordano sul fatto che questo modello non è più sostenibile per il Pianeta. Il problema di fondo è legato al consumo di acqua, che sta diventando in alcune aree del mondo un bene più prezioso del petrolio.
Gli scienziati suggeriscono di adottare un regime alimentare vegetariano: produrre cibo ricavato da animali, infatti, consuma da cinque a dieci volte più acqua di quella che occorre a produrre alimenti di origine vegetale. Ma la transizione verso uno scenario più sostenibile non è esente da insidie: secondo un rapporto dell’Onu, la produzione di carne ammonta all’1,4% del Pil mondiale; se la si interrompesse, circa 1,3 miliardi di persone, di cui 987 milioni con reddito di fascia bassa, finirebbe sul lastrico.
I detrattori della tesi vegetariana sostengono inoltre che se anche non si consumassero alimenti di origine animale la fame nel mondo non scomparirebbe perché non è una conseguenza della scarsa produzione di cibo quanto piuttosto di forti disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza.
In una delle tavole rotonde del Festival di Gastronomika proveremo a tirare le somme insieme con gli addetti ai lavori, chef e green makers, per capire se diventeremo davvero tutti vegetariani entro il 2025, come pronosticava una famosa ricerca già nel 2002, oppure se il futuro si giocherà sul filo di un equilibrio più rispettoso di tutte le forme di vita del Pianeta. A cominciare dall’alta cucina.
Ad accompagnarci nel nostro viaggio ci sarà il giornalista Andrea Cuomo, inviato e vicecaporedattore del Giornale e curatore della pagina gastronomica Retrogusto. Romano trasferito a Milano, è laureato in Scienze Politiche, diplomato alla Scuola di specializzazione in Giornalismo della Luiss-Guido Carli di Roma e giornalista professionista del 1997. Nella sua carriera si è occupato, oltre che di gastronomia, di cronaca, politica, giudiziaria, esteri, sport, facendo numerose inchieste e rivestendo il ruolo di capo della redazione Attualità del Giornale. Ha scritto i libri “Cessate il cuoco” (2016), “Liscio come l’olio (di palma)” (2017) e, per Cairo editore, “Mondo caffè” (2019).
Camilla Addati, classe ‘94, il telefono sempre in una mano e un croissant nell’altra, rigorosamente vuoto per essere riempito di nuovi sapori.Si occupa di comunicazione digitale per il settore enogastronomico: le storie sono il suo pane quotidiano, i social il mezzo con il quale raccontarle. Nelle note dell’iPhone ha liste di ristoranti, cibi da assaggiare e esperienze da condividere per ogni posto del mondo.Viaggia per cercare ispirazione, mangia senza glutine e senza lattosio per necessità, scrive per passione, organizza eventi per portare offline i racconti che iniziano online. Non si ferma mai perché altrimenti si annoierebbe.Sopravvive a tutto se: prima di iniziare ha fatto colazione!