O la scegli o la sciogliPiùEuropa decide di non decidere e forse si avvicina (di nuovo) al Pd

Il partito di Bonino non sa scegliere tra Calenda (che non vuole Renzi) e Renzi (pronto alla lista unitaria). In assenza di colpi di scena, non parteciperà direttamente alle elezioni europee

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Nessuno crede più al miracolo. La lista di scopo per gli Stati Uniti d’Europa non si farà. «Ad oggi, nonostante il successo della Convention “Per gli Stati Uniti d’Europa con Emma Bonino” dello scorso 24 febbraio dobbiamo registrare l’impossibilità di procedere nella direzione intrapresa a causa della indisponibilità di una delle forze coinvolte, reiterata anche nei numerosi colloqui di questi giorni», scrivono in una nota piuttosto drammatica Emma Bonino e Riccardo Magi.

È come se le lancette fossero tornate indietro. Dopo un tira e molla di settimane, Bonino e Magi hanno chiarito dunque che o si fa la lista con tutti – Azione, Più Europa, socialisti e Italia Viva – o non se ne fa niente. Appunto, non se ne farà niente.

L’estremo appello di Bonino e Magi è chiaramente rivolto a Carlo Calenda più che a Matteo Renzi, ed è chiaro che non c’è alcun motivo per il quale Calenda debba ritirare il proprio veto a un’intesa con Italia Viva: il tempo delle tarantelle è finito. Vedremo cosa dirà Renzi alla Leopolda che si apre oggi con il congresso del Partito democratico europeo ma non è tanto difficile da immaginare: lui si era detto disponibile ma avendo capito l’antifona intanto è partito con la sua campagna elettorale.

È probabile che alla fine Bonino non se la sia sentita di andare solo con Italia Viva – i contatti degli ultimi giorni non sono andati bene – ma certo è che adesso tutte le la strade sono sbarrate. Federico Pizzarotti andrà nelle liste di Azione, salvo imprevisti, ma la cosa non sembra turbare più di tanto i radicali di Più Europa.

Ufficialmente non esistono piani B, ma appare sempre più chiaro che, scartando l’ipotesi piuttosto velleitaria di andare da sola, il partito di “Emma” aprirà una nuova interlocuzione. Con il Partito democratico. Infatti nella nota Bonino-Magi non si parla di una lista autonoma ma di «un’iniziativa autonoma», ed è diverso.

Il partito di Elly Schlein, come abbiamo scritto giorni fa, potrebbe “ospitare” la candidatura di Emma Bonino che a quel punto avrebbe da sudare sette camicie nella gara delle preferenze ed evitare la figura dell’indipendente di sinistra (i “dipendenti della sinistra”, ironizzavano proprio i radicali) alla Alberto Moravia. Un po’ un’impresa. Però appare l’unica possibilità, avendo rifiutato lo spettacolo di «una lotta nel fango», come ci ha detto Riccardo Magi, tra la lista di Calenda e quella di Bonino-Renzi. L’esito di tutto questo è abbastanza deprimente: «Calenda batte Più Europa due a zero», commenta Marco Taradash. «Dopo le politiche, Calenda vince anche la partita europea contro Più Europa. Rischio retrocessione per la squadra federalista». La settimana prossima si farà un ultimo esame della situazione. Ma è impossibile che il morto resusciti.

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