Stregati dall’assegnoLe fattucchiere di Vannacci, la realtà femminista e l’infallibile senno di poi

Il generale denuncia che le donne vogliano affrancarsi dal patriarcato attraverso il lavoro, ma al mondo questa cosa la pensano solo in tre: Hitchens, che è morto, la corte d’appello di Milano che ha ridotto il mantenimento a Veronica Lario, e Guia Soncini

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Il vero grande problema di questo porco lavoro, il vero grande problema di questo porco lavoro che faccio io, il vero grande problema di questo porco lavoro che facciamo ormai tutti, il vero grande problema di questo lavoro che facciamo ormai tutti alcuni persino senza retribuzione ma solo per diletto (il che quando zappavamo tutti i campi accadeva meno), il vero grande problema del porco lavoro di dire la propria sulle cose che accadono è che le cose che accadono le capisci solo col senno di poi.

Il senno di poi è l’unico criterio con cui puoi valutare le foto segnaletiche: Jane Fonda va in tv a parlare della sua, scattata nel 1970, e tutti – Graham Norton, miglior conduttore di talk-show al mondo, e lei, e gli altri ospiti – ne parlano in termini epici ed eroici, e nessuno dubita che fosse un complotto di Nixon-il-mostro contro di lei che era una dei giusti. Che ne so, io, se tra cinquant’anni non si parlerà così della foto di Trump.

Il senno di poi è l’unico criterio con cui puoi valutare l’educazione all’affettività o alla parità di genere o alla sessualità o a cosa diavolo sarà quella che ora faranno nelle scuole perché l’estate 2023 sembra essere stata quella degli stupri minorili quasi quanto quella delle foto agli scontrini, e qualcosa bisogna pur far vedere che si prova a fare.

Il senno di poi ci dirà se quelle saranno le uniche ore scolastiche che impattino su studenti che in classe non imparano le addizioni né il ramo del lago di Como, non imparano in che secolo collocare Napoleone né il limitare di cosa salisse quella Silvia, però siamo certi certissimi che impareranno che le donne non si toccano neanche con un fiore.

Il senno di poi ci dirà, pure, se le fattucchiere di Vannacci esistono. Mentre tutti eravate concentrati sulla pelle dei neri e sui gay che mica saranno normali, io mi chiedo da giorni dove stiano, queste fattucchiere con cui vorrei tanto fare amicizia.

«Altra incredibile bordata proviene dal movimento femminista […] si oppone alla figura femminile intesa come madre. Le moderne fattucchiere sostengono che solo il lavoro ed il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone e dal marito che le schiavizza condannandole ad una sottomessa, antiquata, involuta ed esecrabile vita domestica».

Ora, generale. Sorvoliamo sulle eufoniche. Sulle concordanze. Sul mistero di cosa crede voglia dire «involuta». Parliamo delle fattucchiere.

Elenco esaustivo di persone che in questo secolo credono che la liberazione femminile stia nel lavoro. Guia Soncini: non credo la conosca, diciamo che è un tipo, ecco. Christopher Hitchens: era perfetto, ma è morto. La corte d’appello di Milano che ha ritenuto nell’assegno di mantenimento di Veronica Lario ci fossero sessanta milioni di troppo. Basta, elenco finito: una viva, uno morto, un tribunale.

L’intero femminismo di questo secolo, come d’altra parte qualunque movimento ideologico d’un secolo fondato sulla ricerca di consenso, si basa sul dire alle donne che la loro voglia di farsi mantenere è sacrosanta, la lagnosità del loro chiamare lo spingere il tasto della lavatrice «carico del lavoro di cura» è sacrosanta, la loro pigrizia è sacrosanta.

L’intero femminismo di questo secolo sostiene che nessuno deve permettersi di dirti (se sei donna) che devi trovarti un lavoro e procurarti un reddito, giacché avere una casa è un lavoro, avere un marito è un lavoro, avere dei figli è un lavoro. E qualcuno deve retribuirtelo (non hanno ancora ben capito chi, ma in questo secolo non si lascia che i dettagli pratici ostacolino vasti programmi quali «pagatemi per lavarmi le mie stesse mutande e per scaldare un surgelato a mio figlio»).

Le nostre nonne lavavano i panni al fiume e si occupavano di otto figli; noialtre per mettere il brillantante nella lavastoviglie abbiamo diritto al pagamento degli straordinari, per non parlare del bonus aziendale che ci spetta se andiamo a riprendere il figlio a scuola nel pomeriggio, e della tredicesima maturata inserendo i dati di consegna nella app di Glovo che ci consegna la cena già pronta.

Questo è il punto dell’articolo in cui i lettori più attenti – quelli, cioè, che commentano senza essersi limitati a leggere il titolo – mi obiettano che il mondo mica è fatto a forma della stronza borghesia che bazzico io, che c’è gente che Glovo non se lo può permettere, che ci sono donne che cucinano tutte le sere altrimenti il marito le mena. E alle quali il femminismo di questo secolo ha deciso di non dire mai che non è una buona idea mettersi con uno che ti mena: molto più utile dir loro che lo Stato dovrebbe pagarti per preparare la cena a quello che ti mena.

Ecco, generale, io e il mio senno di poi vorremmo, se possibile, un’anticipazione: questa sua sulle fattucchiere è una previsione per il futuro? Tra vent’anni potrò raccontare al fantasma di Christopher Hitchens che la sua idea che la povertà si sconfiggesse dando alle donne la possibilità di lavorare, che l’emancipazione dovesse essere innanzitutto economica, potrò dirgli che questa sua visione fantascientifica si è realizzata?

Oppure, quando tra vent’anni la rileggerò (come si fa con ogni classico, diamine: già pregusto la sua rilettura nell’estate 2043, e la mia cronaca del viaggio in cui io leggevo un classico e i lanzichenecchi Recalcati), dovrò dire sì, quel Vannacci, grande letterato, ma non ci ha preso su niente nientissimo.

Dovevamo avere le fattucchiere e siamo ancora qui con gli assegni di mantenimento, le pensioni di reversibilità, la legittima, nel 2043. Stiamo ancora qui col maschio di casa che funge da finanziamento per la vita della moglie, nel 2043.

Stiamo ancora qui con le donne che dicono che loro non possono lavorare perché hanno i bambini, e i bambini sono partiti al mondo come soldati e non ancora tornati, che non possono lavorare perché il carico del lavoro di cura, e senza la colf non sanno neanche separare i bianchi dai colorati, nel 2043.

Non posso sopportare d’immaginare un 2043 in cui il senno di poi mi deluda in questo modo. Generale, dietro la collina, mi rassicuri: almeno una fattucchiera c’è?