Se il premio Nobel per la Pace va a un’organizzazione che promuove il cibo per tutti, non possiamo che essere entusiasti. Perché questo riconoscimento al Programma alimentare mondiale, che ha sede a Roma e solo nell’ultimo anno ha fornito assistenza a quasi 100 milioni di persone in 88 paesi, riporta il cibo come diritto al centro della scena. Da quando è diventato un oggetto economico, abbiamo perso il controllo sull’autentico significato di nutrimento indispensabile che ha per l’uomo.
Il Nobel gli ridà questo valore, e sottolinea come il diritto all’alimentazione sia indispensabile per prevenire le guerre e migliorare le condizioni di pace. La fame è sfruttata come arma, e questo dovrebbe farci riflettere ogni giorno sulle nostre scelte alimentari che hanno trasformato ciò che mangiamo in un business. Mai come quest’anno il giusto nutrimento è determinante. Come ha affermato la stessa organizzazione, «Finché non avremo un vaccino medico, il cibo è il miglior vaccino contro il caos».
Tornando a casa, ci soffermiamo su Milano e sulla necessità per la città di trovare una sua nuova identità, una nuova strada che segni il futuro, inevitabilmente diverso da come ce l’eravamo tutti immaginato. E durante la presentazione di un libro di ricette della tradizione milanese, abbiamo riflettuto su quale può essere la nuova via.
La città che era sempre con lo sguardo in avanti, con il passo deciso verso il futuro, con gli occhi vispi a cogliere ogni tendenza e farla propria, ha bisogno di tornare a dare valore alla sue radici. Di ritrovare la sua storia. Di capire che quella internazionalità che ormai è parte di un passato dimenticato, può essere sostituita più che degnamente recuperando le proprie tradizioni. Guardare al passato e recuperarlo può darci la forza per costruire il futuro?
Ma veniamo a noi, e alle cose di Gastronomika che forse vi siete persi questa settimana. Dalle nostre pagine vi mandiamo nelle città d’arte, o almeno possiamo farvi sognare di farlo, e vi mandiamo anche alla ricerca del cibo dei Walser e del Bettelmatt più morbido e suadente. Nel frattempo potete guardare la serie tv di Guadagnino, sapendo che il cibo è un co-protagonista. Chissà se i trifulau fanno delivery di tartufo? È quello che ci servirebbe in questo fine settimana ad alto tasso di ansia. Intanto, impariamo tutto quello che c’è da sapere, che se arriva non va sprecato.
E se decidiamo di cucinare, attenzione a colore, dimensione e forme dei piatti, alla musica che ascoltiamo e a tutti i dettagli che fanno l’esperienza gustativa. Ebbene sì, contano anche nel determinare il sapore che percepiamo. Di sicuro dobbiamo essere grati a Cristoforo Colombo, nella settimana del Columbus day che non si chiama più così, perché senza di lui pomodoro e cacao non sarebbero qui. E molte altre delizie.
Se siete a Milano fatevi una passeggiata in corso Garibaldi: sono arrivati i panettoni premiati dal concorso Panettone day: potete acquistarli o farveli recapitare a casa. Gradite una fetta? Se preferite stare in casa potete comunque fare shopping, ma che sia social, come la nuova tendenza dell’e-commerce impone. Se invece siete in vena di spunti, ecco qui qualcosa da gustare e luoghi ameni da visitare, oggetti da collezionare e altro che non ci sta nelle categorizzazioni classiche.
Poi ci sono le letture da week end, che fanno passare pioggia e malinconia: dalla riflessione su come si dà il nome a un piatto, alle fotografie gastronomiche sempre più vicine all’arte, passando per un uomo che ha creato un mondo partendo da una chiocciola, fino al Movimento Grandi Minuti, se anche voi cercate disperatamente i tempi di cottura della pasta senza trovarli.
Per oggi le nostre battaglie di civiltà finiscono qui. Ma voi andate in cucina e cercatene altre: le sosterremo. Anche se dovesse mancare di nuovo il lievito al supermercato. Buona cucina, e state sereni. È il 2020, non la fine del mondo. Così almeno ci hanno detto.
Anna Prandoni
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